«Le città europee scelgono il metrobus»
«Il trasporto pubblico va incentivato, sempre». Pasqualino Boschetto, docente di tecnica e pianificazione urbanistica dell’Università di Padova, boccia la scelta del Comune di rinunciare a realizzare la seconda linea del tram, con conseguente revoca dei finanziamenti statali. «È una perdita per la città. In fondo, nel corso degli anni il tram si era colorato di tutti i colori politici, magari qualcuno aveva dovuto mettersi il cuore in pace, ma alla fine erano stati tutti d’accordo di andare nella direzione del metrobus. Altrimenti si mette sempre tutto in discussione e non si va da nessuna parte. Spesso, per convinzioni politiche, si dicono tante inesattezze sapendo di dirle».
L’assessore alla mobilità, Stefano Grigoletto, sostiene che il metrobus sia incompatibile con la struttura urbana della città. Cosa ne pensa?
«Padova è una città storica come tante altre in Italia e in Europa e non si capisce perché un servizio che funziona altrove non possa funzionare anche qui. Forse la guida di vettori più piccoli può essere più agevole, ma non per questo il tram è incompatibile con la città. Non potendo avere tutti un vettore personale a lievitazione magnetica, qualche soluzione per migliorare il trasporto pubblico bisogna pur trovarla. Personalmente, trovo difficile commentare interventi in cui non si mostrano le fonti di riferimento, e senza di queste si tratta di semplici opinioni».
L’amministrazione sostiene che per zone come l’Arcella siano preferibili altre soluzioni «che non devastino i quartieri».
«Ricordo la levata di scudi dei negozianti quando hanno pedonalizzato il centro storico. Fino a una ventina di anni fa, auto e bus passavano fuori dal Pedrocchi e correvano lungo via Roma. Non si può dire no senza fornire un’alternativa».
Il sindaco aveva lanciato l’idea di puntare sul filobus, ma non c’è stato seguito. Crede che sarebbe stata una soluzione migliore?
«Questo è un punto di domanda. Ma se così fosse perché, anche le altre città non lo scelgono? Non dimentichiamo che negli anni Sessanta a Padova c’era il filobus. Come qualunque soluzione ha pregi e difetti: è più libero e flessibile, ma ha più limiti di funzionalità e sicurezza, inoltre è comunque collegato a una rete di fili elettrici. Direi che ha senso solo se ci sono molti vincoli, ma Padova non ha questo tipo di problemi. C’è un motivo se oggi le città europee vanno verso il metrobus. Il concetto fondamentale su cui punta il tpl è la sede propria, ovvero la rotaia. A maggior ragione per ridurre la durata del trasporto: senza tempi certi non c’è vantaggio a prendere il mezzo pubblico. È lì che si gioca la competizione».
Ritiene che il tram abbia deturpato la città?
«No. Possiamo discutere sui costi, che sono superiori a quelli del filobus, ma è migliore sul fronte dell’accessibilità e della sicurezza. Pensiamo ad esempio al trasporto dei disabili. Come per tutto, ci sono aspetti positivi e negativi».
L’assessore Grigoletto sostiene che, in questo scenario, i soldi non siano stati persi ma risparmiati. Condivide?
«Tutto ciò che è possibile fare a sostegno del tpl va sempre fatto. Siamo tra i paesi più arretrati sul fronte del trasporto pubblico e dovremmo essere contenti che non ci abbiano dato i finanziamenti? Mi sembra che sia una contraddizione in termini. Evidentemente vogliamo continuare a insistere con le automobili e i parcheggi».
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