«Le condizioni non permettono di riaprire Resto alla finestra»

Massimiliano Ferriani della Grotta Azzurra «Dopo 4 mesi, lavorare al 50% è inutile» 

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Ci sono serrande ancora abbassate. A più di due mesi dalla riapertura dei pubblici esercizi, si contano assenze che pesano sulla tradizione della città che hanno accompagnato nel corso degli anni. Uno dei casi più eclatanti è quello della Grotta Azzurra, nel cuore del Forcellini, nata all’inizio degli anni Sessanta per rinascere, se così si può dire, nel 2012, con il cambio di gestione. Fino al lockdown: «Le condizioni non permettono di riaprire, quindi al momento tengo chiuso» sostiene tranchant Massimiliano Ferriani «io nasco come commerciale, non come ristoratore, e forse è per questo che per me i numeri parlano chiaro, prima ancora delle suggestioni».

Otto anni fa, Ferriani decide di seguire la sua passione, lasciando un’attività nelle forniture ospedaliere: «Il ristorante andava benissimo» racconta «poi siamo stati costretti a chiudere per quattro mesi e, se i numeri non sono un’opinione, quando abbiamo avuto il via libera, un terzo del fatturato annuo se n’era andato. E quelli sono soldi che non recuperi. Non bastasse, si poteva riaprire al 50% della capacità, eppure le spese restano al 100%. Quindi, ancora una volta i conti non tornano».

I tre dipendenti sono in cassa integrazione: «Almeno possono contare su quella» sostiene «non credo che se avessi riaperto sarei stato in grado di assicurare loro le stesse cifre, per quanto scarne. Del resto quando ci sono grosse crisi c’è chi ci guadagna e chi ci perde e io ho capito subito che la ristorazione era destinata a soffrire, quindi ho invitato i colleghi a unirci e a resistere fino al ripristino delle condizioni necessarie, ma alla fine hanno scelto il miraggio del profitto. E ora sono in cattive acque. E il vero disastro sarà a settembre, con le tasse da pagare e un ulteriore paradosso: dal 17 potremo licenziare, ma a quel punto avremo bisogno di migliaia di euro per pagare i Tfr. Gli spiccioli che ci sono arrivati non bastano, né i crediti di imposta sono sufficienti. Serve liquidità».

Con queste premesse Ferriani resta alla finestra in attesa di sviluppi. Tra cui l’arrivo di un acquirente. —



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