Le regole del gioco secondo Marco Malvaldi

Dismessi per un momento i panni del giallista, Marco Malvaldi (autore dei romanzi legati alle vicende del BarLume, diventati anche serie TV), che prima di scrittore è anche chimico ed ex ricercatore all'Università di Pisa, si dedica a teorizzare sul mondo dello sport.

E lo fa con la consueta vena ironica, con cui tenta di spiegare anche ai profani quali siano gli enigmi che si nascondono dietro debacle inaspettate, tiri impossibili, gesti nuovi che cambiano per sempre le regole di una disciplina.

"Le regole del gioco. Storie di sport e altre scienze inesatte" (Rizzoli, 18 euro) è un saggio godibilissimo anche da chi di sport non se ne intende e al massimo si guarda una partita della Nazionale di calcio ogni quattro anni. Questo libro è, in fondo, un elogio alla perfetta macchina umana: "Siamo flessibili - non solo a livello fisico, ma anche a livello mentale... Siamo, in una parola, i più grandi atleti mai apparsi sulla faccia della terra". Consapevoli di questo primato, diamo un'occhiata ai 'misteri' che Malvaldi indaga tra queste pagine. La 'maledetta' di Andrea Pirlo, per esempio: una punizione calciata con le ultime tre dita del piede ("in modo secco, come uno schiaffo") dal risultato sorprendente. Il pallone decolla senza alcuna rotazione ma, poco prima di arrivare in porta, cambia "automagicamente" direzione e si abbassa di colpo, insaccandosi alle spalle dell'ultimo difensore. Cosa c'è dietro questo colpo da maestro? Tocca rispolverare le leggi della dinamica dei fluidi e il "regime turbolento".

E ancora, Città del Messico, 1968. Dick Fosbury impone un nuovo stile per il salto in alto, quello usato ancora oggi. "Aveva capito qualcosa che fino a quel momento era sfuggito a tutti, ovvero che saltando di schiena è possibile arcuare il corpo in modo tale che, quando passa sopra l'asticella, la testa e le gambe restino al di sotto della stessa. In questo modo, il baricentro del saltatore passa sotto l'asta, e non sopra. Visto che l'altezza da raggiungere è minore, il salto richiede meno forza". È un libro che si può leggere per il semplice desiderio di scoprire qualcosa di nuovo, per poi magari usare le nuove conoscenze stupendo i propri amici più o meno sportivi. O può essere, come si augura l'autore, un modo per spronarci ad essere curiosi.

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