Lean production, un metodo insegnato in due master dell’università patavina
Eliminare gli sprechi, concentrare l’attenzione sul cliente e sui processi produttivi, rispondere con velocità alle richieste del mercato e produrre solo il necessario, senza accantonare in magazzino. Ecco i principi guida della lean production, la “produzione snella”. L’idea è nata in Giappone, nella fabbrica Toyota, dove un piccolo team di produttori e ingegneri cercavano un modello alternativo alla produzione di massa, fondata sulla catena di montaggio legata al nome di Henry Ford. La definizione è arrivata da due studiosi, Womack e Jones, negli anni ’90. Da allora la questione è diventata motivo di studio e molte aziende, anche nel Padovano, hanno iniziato a seguire questo modello alternativo. Non solo: anche l’università ha iniziato a preparare manager in grado di portare l’esempio all’interno delle imprese. Alfieri dell’innovazione, al Bo, sono stati soprattutto i docenti Roberto Panizzolo e Stefano Biazzo, che presiedono rispettivamente i master in Lean Manufacturing e in Lean Office & Service (l'iscrizione per i corsi di quest'anno scade a gennaio). «Molte aziende» spiega Panizzolo «hanno già capito che per uscire dalla crisi e tornare competitive bisogna cambiare anche il sistema di produzione. Con alcune collaboriamo strettamente. Altre iniziano a capire l’importanza e cercano i nostri ragazzi. Dei miei studenti che si sono specializzati in questo settore non c’è uno solo di loro che rimanga disoccupato per più di un paio di mesi. Per uscire dalla crisi c’è bisogno di innovare». (s.q.)
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