L’eccidio di Codevigo una ferita sempre aperta L’Anpi: «Non erano eroi»
SELVAZZANO. Nella primavera del 2009 l’allora sindaco del comune di Selvazzano Paolo Fortin intitolò a Guido Puchetti il palazzo comunale e la piazza antistante all’edificio, dove si trova il monumento ai caduti.
Sulla Resistenza, però, non sempre tutti la pensano alla stessa maniera. A Selvazzano, ad esempio, nell’ottobre dello scorso anno si è innescata una feroce polemica all’interno del consiglio comunale sulla proposta del consigliere comunale di maggioranza Rudi Baldin (Selvazzano Viva) di intitolare una via o una piazza del territorio comunale ai “Martiri di Codevigo”. La delibera è passata con 10 voti favorevoli, 1 astenuto e 4 contrari.
«Codevigo è stata teatro involontario tra il 19 aprile e il 15 maggio del 1945 della strage di almeno 136 persone, in questo modo è stata scritta una delle pagine più dolorose della nostra storia», si legge nella mozione del consigliere Baldin. «Per decenni questi fatti sono stati taciuti e la parte che ha commesso gli omicidi ha fatto di tutto affinché gli italiani restassero all’oscuro. La mia iniziativa è volta a ridare a questi morti la dignità negata per troppi anni».
La mozione ha fatto indignare l’Anpi. «Il crudele eccidio di Codevigo tolse la vita a gerarchi fascisti romagnoli e locali, a persone impegnate a collaborare con il tedesco invasore», è stata la replica dell’Associazione dei partigiani. «In nessun modo dobbiamo portare ad esempio da imitare le vite di chi comunque scelse di collaborare perché l’Italia continuasse una guerra rovinosa a fianco dei camerati tedeschi». —
G.B.
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