L'emergenza è finita, non le polemiche
Il mare non riceve, sistema idrico in tilt: ponti chiusi e allagamenti

PERNUMIA. Il ristorante Antico Molino finito sott’acqua
PADOVA.
Dopo quarantott'ore l'emergenza è finita. Ma non le polemiche. La conta dei danni. E nemmeno la paura. Perché dopo un'alluvione (vera) che ha devastato la provincia (1-2 novembre) e una seconda (24-25 dicembre), stavolta solo temuta dato che gli argini hanno resistito all'enorme massa d'acqua arrivata da monte a valle, ad essere «stressati» come si dice in gergo, non sono solo stati gli argini dei fiumi e dei canali che attraversano la provincia ma anche i residenti che ancora una volta hanno vissuto sulla propria pelle l'incubo di perdere tutto.
A partire da chi vive a Bovolenta, ancora una volta il Comune più colpito dal maltempo. La vigilia di Natale, il sindaco Vittorio Meneghello su indicazione del prefetto Ennio Mario Sodano ha firmato l'ordinanza per l'evacuazione di 230 persone che inizialmente non volevano lasciare le proprie abitazioni. Poi ha prevalso la prudenza. Molte famiglie si sono fatte ospitare da parenti, mentre trenta persone (soprattutto anziani) sono state portate nella casa delle associazioni di Polverara dove sono rimaste fino a ieri a mezzogiorno quando l'emergenza è davvero terminata.
BOVOLENTA KO.
Ma per 48 ore Bovolenta è diventato nuovamente un paese da incubo: messa di Natale in chiesa annullata (l'evacuazione ha interessato proprio la zona della chiesa), ponte azzurro chiuso, aree golenali invase dall'acqua, il Bacchiglione che lambiva gli argini. Meneghello ha aspettato fino all'ultimo prima di firmare l'ordinanza, nella speranza che non servisse. Poi, dopo averlo fatto, lo sfogo: «Non è più possibile amministrare in questo modo. O il Governo stanzia i soldi che ci servono, oppure è meglio ridare la fascia al prefetto e che ci pensi lui. Su questo tema spero di fare fronte comune con i miei colleghi». Ieri il prefetto Sodano insieme al colonnello dei carabinieri Renato Chicoli ha fatto visita al sindaco e agli sfollati a Polverara. Ma la rabbia di chi non è più sicuro a casa propria difficilmente scemerà a breve. Anche perché la piena ha creato problemi e danni anche a Cervarese (tre nuclei familiari sfollati), Veggiano (due uomini in kayak salvati dai vigili del fuoco sopra un albero e chiuso un ponte), Saccolongo (chiusi i ponti) Selvazzano (evacuata una famiglia), Padova (la zona Paltana è stata nuovamente allagata), Pernumia (aree golenali e un ristorante invasi dall'acqua), Battaglia Terme (esondazione del Vicenzone), Montegrotto (esondazione del Rio Alto e del Rio Spinoso e sottopasso chiuso), Vo (chiusa la strada provinciale 47 all'altezza del ponte di Vo Vecchio), Vighizzolo (problemi in zona Tre Canne).
48 ORE DA INCUBO.
Stavolta a mandare in tilt il sistema idrico padovano più della pioggia (pur molto abbondante e caduta per più giorni consecutivi) sono state le alte temperature e il vento di scirocco che hanno impedito al Bacchiglione di defluire in mare, aumentando il livello del fiume che a sua volta ha fatto da tappo ai vari canali che confluiscono direttamente o indirettamente, fra cui il Bisatto, il Fratta, il Gorzone, il Vigenzone, il Bagnarolo, il Rivella e il Rio Alto e Spinoso. E il 24 anche il Benta e il Muson hanno creato qualche problema.
TUTTI SUGLI ARGINI.
La vigilia di Natale sia la sala operativa della Protezione civile che la sala situazioni della Prefetture sono stata aperte (24 ore su 24) per monitorare la situazione e prendere provvedimenti in tempo reale. Decine i volontari sugli argini, sindaci nei vari municipi a coordinare le operazioni e carabinieri in strada: il comandante provinciale Chicolik, infatti, ha ordinato che le Stazioni dell'Arma rimanessero aperte anche di notte nei paesi in emergenza. Un pullman sempre dei carabinieri e due della polizia sono stati messi a disposizione del sindaco di Bovolenta per evacuare le famiglie.
EMERGENZA FINITA.
Solo ieri mattina l'emergenza è terminata, con l'abbassamento delle temperature e la bassa marea. Ma per 48 ore per molti è stato un incubo. Chi come a Bovolenta ha rivissuto il dramma di un mese e mezzo prima, chi come a Pernumia ha dormito sul divano, preoccupato dopo che alle 23 del giorno di Natale la protezione civile era passata per le strade chiedendo con il megafono ai residenti di portare precauzionalmente gli oggetti di valore al piano di sopra delle case.
E PAZIENZA FINITA.
«Colgo l'occasione per ringraziare tutti gli uomini e le donne delle strutture interessate - ha detto ieri il Governatore del Veneto Luca Zaia - ma anche gli amministratori locali, la protezione civile e le forze dell'ordine, che hanno trascorso un Natale davvero in trincea e che anche in queste ore stanno lavorando nelle aree più coinvolte da questa nuova ondata di maltempo». Ma per quanto tempo ancora i suoi concittadini sopporteranno tutto ciò?
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