L’esame si fa col succo d’ananas

Il succo di ananas come mezzo di contrasto per la colangiografia (l’esame radiologico che viene fatto per ispezionare le vie biliari). Lo usa l’Azienda Ospedaliera garantendo al contempo un cospicuo risparmio alle casse pubbliche e un maggior benessere per il paziente. Sotto questo aspetto via Giustiniani è all’avanguardia in Italia: il primo utilizzo risale a una decina di anni fa, quando il succo cominciò ad essere impiegato alternativamente al farmaco. Dal 2013 esso viene utilizzato in via esclusiva. Prima, dunque, del Sant’Orsola di Bologna la cui esperienza - iniziata nel 2014 - è stata raccontata domenica sera dalla trasmissione “Report” come esempio di sanità pubblica virtuosa. «L’ultimo ordinativo del mezzo di contrasto è stato fatto nel 2013», conferma il professor Diego Miotto primario di Radioterapia in Azienda Ospedaliera. Che spiega: «Il mezzo di contrasto, così come il succo d’ananas, hanno lo scopo di dare vuoto di segnale nel corso della colangiografia in modo da vedere solo le vie biliari escludendo altre parti del corpo». La sostanza consente di “opacizzare” parti del corpo (tipo il duodeno) che emettono segnale, ma non interessano, vedendo solo le vie biliari. «Vie biliari che comunque si vedrebbero», precisa il professor Miotto. Il mezzo di contrasto garantisce semplicemente una migliore visibilità. Il costo del liquido di contrasto è di 28 euro al litro, del succo di ananas di 0.80 centesimi, secondo i dati forniti da Report. Evidente il risparmio ottenuto laddove si ricorre alla “frutta”. (s.t.)
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