L’ex sindaco dovrà risarcire il Comune

Il patteggiamento per peculato danneggia l’immagine di Pozzonovo: la Corte dei Conti condanna Tonin a pagare 15mila euro
Belluco Inaugurazione nuovo municipio di Pozzonovo Nella foto: l'esterno. ph. Zangirolami
Belluco Inaugurazione nuovo municipio di Pozzonovo Nella foto: l'esterno. ph. Zangirolami

POZZONOVO. La Sezione giurisdizionale per il Veneto della Corte dei Conti ha condannato l’ex sindaco Antonio Tognin a risarcire al Comune 15 mila euro per danno all’immagine della Pubblica amministrazione. Tutto questo dopo che a fine novembre 2016, un mese prima di dimettersi, aveva già patteggiato un anno e 8 mesi per il reato di peculato. La sentenza della Corte dei Conti, emessa l’8 marzo e le cui motivazioni sono state depositate nelle ore scorse, è relativa a ritardati versamenti per i diritti di rilascio delle carte di identità durante il periodo 2006-11 quando Tognin era ancora responsabile dell’Anagrafe. Tognin era stato citato in giudizio il 20 ottobre dalla Procura regionale per risarcire inizialmente il Comune di oltre 57 mila euro. La Procura della Corte dei Conti si è mossa a seguito di un’indagine della Finanza di Este dell’autunno 2015 che aveva portato, il 12 settembre 2016, il Tribunale di Rovigo a condannare Tognin per peculato. In 30 novembre 2016, sempre a Rovigo, il gip aveva pronunciato la sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti di un anno e 8 mesi di reclusione in quanto Tognin, «nella sua qualità di pubblico ufficiale dell’Anagrafe, avendone il possesso, nel lasso temporale 2006-11, si era appropriato delle somme di denaro riscosse a titolo di diritti di segreteria e imposte di bollo che avrebbero dovuto essere versate trimestralmente nelle casse comunali, per un ammontare complessivo di 16. 327 euro, provvedendo alla restituzione di una somma di 17. 333, 57 euro tra il 18 luglio 2012 e il 2 settembre 2015». La vicenda delle anomale restituzioni era stata trattata anche in consiglio comunale: Tognin, allora sindaco, aveva parlato di banali dimenticanze poi sanate, visto che i soldi non erano comunque mai usciti dalla cassaforte del municipio. La Corte dei Conti, dopo le pretese iniziali, ha poi accolto osservazioni prodotte dalla difesa, dichiarando prescritto il diritto al risarcimento del danno da disservizio (quantificato in oltre 32 mila euro) e ridimensionando (da 25 a 15 mila euro) quello non patrimoniale subito dell’ente comunale in termini di immagine. Tognin, che a luglio compirà 69 anni, era stato eletto nel maggio del 2014, in una sfida a tre, ottenendo oltre il 53% delle preferenze. Per 42 anni, sino a fine 2012, aveva lavorato come dipendente comunale in paese. Nel dicembre 2016 aveva però, a sorpresa, rassegnato le dimissioni a seguito, a suo dire, di una serie di situazioni che si erano venute a creare in paese e che gli avevano fatto perdere la necessaria serenità. Erano i mesi delle polemiche con la Pro loco e dopo che la sagra estiva era stata sospesa a seguito di un improvviso controllo su presunte irregolarità sollecitato da una lettera anonima arrivata ai vigili del fuoco.

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