«Li ho riconosciuti e inseguiti erano loro i ladri del Bogart's Ma come si fa a morire così?»

BOGART’S Il locale di Vigonza ha subito un furto per mano della coppia di ladri
NOVENTA PADOVANA.
«Quei due li ho visti che andavano avanti e indietro sullo scooter - racconta Massimo Rosso, titolare del ristorante Bogart - Si sono fermati nel parcheggio dell'Interspar, sono entrati in quello di Rossi Moda. E guardavano dentro alle auto in sosta».
Il ristoratore di Vigonza continua: «Erano gli stessi che la sera prima, martedì, erano stati ripresi dalle nostre telecamere di sicurezza mentre rubavano su un'auto di un nostro cliente. Naturalmente non vi posso dire chi è, ma ha già presentato denuncia». Massimo Rosso insieme al fratello Stefano da 7 anni lavora al ristorante Bogart's di via Venezia a Perarolo. «Nel filmato che abbiamo si vede tutto nitidamente, si riconosce lo scooter, la targa era la medesima. Ho capito che stavano battendo tutta la zona, così ho pensato di seguirli» dice ancora Massimo Rosso. Salito in auto, il ristoratore ha cominciato a pedinare i due ladruncoli in scooter, facendo in modo che loro se ne accorgessero. Ha pure allertato il 112 e chiamato il fratello. «Sono entrati in via Julia e io dietro» aggiunge «li avevo a un metro di distanza, li ho visti bene. Avevano fra i 20 e i 30 anni, probabilmente dell'est Europa. Anche loro mi hanno visto e scappavano alla grande. Mentre li tallonavo ho notato che uno dei due aveva un berrettino sotto il casco, forse per evitare di lasciarci il dna». In attesa dell'arrivo della pattuglia dell'Arma, Massimo Rosso non ha mollato la presa, suonando ripetutamente il clacson per segnalare la sua posizione ai carabinieri perché lo raggiungessero. Nel frattempo il fratello Stefano entrava dal lato opposto di via Julia insieme a una seconda pattuglia. «Ad un tratto i due si sono infilati nel parcheggio di una fabbrica di via Julia, hanno mollato scooter e caschi, si sono arrampicati sull'argine del Brenta e non li ho più visti» conclude Massimo Rosso. È stato Stefano, con i carabinieri, a vederli tuffare e nuotare per tentare di raggiungere la riva opposta. «Ma come si fa a buttarsi in acqua così, per un furto? Nemmeno un provetto nuotatore potrebbe affrontare il Brenta. Non ho parole, io non lo avrei mai fatto. Rimetterci la vita forse per un'autoradio, una cosa assurda. Assurda».
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