L’Ibis eremita torna nell’Alta padovana: avvistati 4 rari esemplari

Le segnalazioni arrivano da San Pietro in Gu: è stata creata un’apposita pagina Facebook
Silvia Bergamin

Prima le cicogne, ora l’Ibis eremita: la natura regala un altro storico ritorno negli spazi di ambiente incontaminato dell’Alta Padovana. A raccontare l’evento è Dino Pianezzola, della task force Nbi Migration Bentornato Ibis: «Gli Ibis eremita sono tornati dopo 400 anni nei nostri cieli d’Europa grazie al progetto europeo “Life 20 Reason for Hope Bentornato Ibis”. In questi giorni in Veneto c’è una presenza record: dopo i quattro esemplari a Sospirolo, in provincia di Belluno, in migrazione verso il nord delle Alpi nelle rispettive colonie sparse tra Austria e Germania, alcuni esemplari hanno deciso di esplorare il territorio». Tre ibis si trovano nel Bassanese, a Mussolente, e si chiamano Angelo, Loris e Zeferino, mentre altri quattro hanno deciso di fare tappa a San Pietro in Gu. I loro nomi: c’è Pauli anello 439, un maschio selvatico, mentre le altre sono femmine di una generazione che ha imparato la rotta migratoria grazie ad alcuni ricercatori e scienziati austriaci; le femmine sono Brodie anello 407, Rainbow anello 410 e Maise anello 411. «La sorpresa inaspettata», sottolinea Pianezzola, «è che a San Piero in Gu assieme agli ibis austriaci c’è un esemplare italiano sedentario con anello rosso 227 dell’oasi di Fagagna. Lo stormo, che staziona spesso in Friuli ad Aviano, ha intercettato l’ibis italiano: a giugno il gruppo era stato visto scorazzare insieme, poi si erano perse le tracce, dal momento che solo quelli del progetto hanno il dispositivo satellitare». Attualmente sono meno di 200 gli esemplari migratori in tutto il mondo e tutti hanno un nome e sono dotati di anelli blu identificativi, che rappresentano la loro carta d’identità, e dotati di un trasmettitore gps che invia a intervalli regolari ai ricercatori la loro posizione per monitorare il tracciamento del percorso. «Naturalmente», conclude l’esperto, «non vanno assolutamente disturbati o avvicinati in modo che compiano il loro percorso naturale e diano nuove possibilità di vita». Maggiori info sul progetto sul sito www.waldrapp.eu o sulla pagina Facebook “Bentornato Ibis.”

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