L’impiegata si trasforma in una imprenditrice

La Global Work Engineering di Due Carrare stava per chiudere a causa dei debiti Federica Tennenini si è fatta avanti, l’ha salvata e ha comprato nuove macchine

DUE CARRARE. L'alternativa era la chiusura della ditta e tutti a casa, lei compresa. Così tre anni fa Federica Tennenini, impiegata amministrativa della Global Work Engineering di Due Carrare, ha rilevato l'azienda che versava in difficoltà e da dipendente è diventata imprenditrice. Alcuni giorni fa ha organizzato nel capannone della sua ditta - che è un po' come una seconda casa - una festa per amici e clienti, con cui ha celebrato l'acquisto di due nuovi macchinari e la quasi totale estinzione dei debiti che l'azienda aveva accumulato nel corso della gestione precedente.

Era in tubino nero, elegantissima, ma Federica in realtà di solito veste in jeans e maglietta, perché lei, l'ufficio, lo ha proprio lasciato e di fare la ragioniera, di avere a che fare con conti, banche e fatture, dopo anni trascorsi dietro a una scrivania, non ne vuole sapere più. No, lei scende giù nell'area produttiva e la si può trovare intenta allo stampaggio o al confezionamento dei componenti in plastica che la sua attività produce per conto terzi, in Italia e all'estero.

«Mi sono detta che valeva la pena provare» racconta «anche se all'inizio, lo ammetto, qualcuno, tra clienti e fornitori, ha storto un po' il naso per una donna che entrava in un campo, quello dello stampaggio plastico, quasi totalmente appannaggio degli uomini. Fortunatamente i clienti maggiori hanno creduto in me e mi hanno accordato la loro fiducia». La Global Work Engineering è nata nel 2000 dall'esperienza ventennale del suo fondatore, che era quindi il titolare di Federica, la quale all'epoca lavorava come impiegata amministrativa e ne seguiva la contabilità. L’azienda stampa componenti in plastica, per i radiatori, come per i box doccia o le tende da sole. Le cose però con il tempo sono andate via via peggiorando e la ditta rischiava di chiudere. Con coraggio e determinazione Federica Tennenini l'ha rilevata, per evitare che andasse in mano a qualche altro imprenditore, cosa che non avrebbe garantito con certezza il lavoro né a lei né ai suoi colleghi. Accollandosi oneri e onori, debiti compresi. «Li stiamo pagando, ma d'altronde, di questi tempi, chi non li ha?» prosegue Federica «però posso dirmi “bravina” perché nel frattempo sono riuscita ad acquistare due nuovi macchinari, così da essere sempre all'avanguardia nel settore. Sono anche fortunata, in quanto le persone che lavorano con me (due operai e un'impiegata) amano il loro lavoro e anche questo ha contribuito alla crescita dell'azienda. Lavoro ce n'è e tanto, ma le banche non aiutano ed è sempre una continua lotta per avere dei fidi, anche se dimostri di essere una ditta “sana”».

E magari c'è anche lo zampino della fortuna. «Ho trovato dei buoni clienti» ammette «e questo aiuta perché garantisce la continuità del lavoro e dei pagamenti. Noi nel frattempo ci siamo reinventati il lavoro, fornendo un servizio completo al cliente, dalla progettazione (che affidiamo a una ditta qui vicino) fino al prodotto stampato finito. Così da far sentire il cliente seguito in ogni passo».

Cristina Salvato

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