«L’Inps è aperto a tutti Vogliamo intercettare le nuove marginalità»

«Anche se dovesse servire ad aiutare una sola persona, avremo fatto un ottimo servizio. Nessuno deve rimanere escluso». La sintesi del protocollo d’intesa firmato ieri a Palazzo Moroni tra Inps, Caritas e Comune, sta tutta nelle parole del direttore dell’istituto di previdenza sociale Massimo Formichella. Un accordo che mette in rete i tre enti per andare alla ricerca sul territorio di persone o famiglie che non conoscono i servizi garantiti dall’Inps o non hanno gli strumenti per farlo, rimanendo così fuori dalle opportunità di avere un sostegno economico. E sono circa 4 mila le famiglie che si sono rivolte a Caritas e servizi sociali negli ultimi due anni. A cui però bisogna aggiungere un mondo sommerso di persone che non risultano in nessuno schedario e che continuano ad essere fantasmi, spesso anche per scelta.
L’Inps però prevede anche per loro il reddito di cittadinanza, il reddito di emergenza, la Naspi o gli assegni di invalidità civile e altre formule di sostegno, a cui magari molti neanche sanno di poter accedere. Per questo, grazie al protocollo sottoscritto ieri, da Caritas e Comune potranno arrivare le segnalazioni. Poi ci saranno dei questionari da sottoporre per verificare la situazione personale e iniziare i contatti con l’Inps attraverso i patronati, con l’obiettivo di erogare poi la prestazione. Una formula che ha già funzionato a Roma, Napoli e Milano.
«Questa intesa ci consente di raggiungere le fasce più povere – spiega ancora Formichella – e che spesso non sanno come utilizzare gli strumenti per accedere o di averne diritto». «È un modo concreto per cambiare la vita delle persone e costruire la rete di cui c’è bisogno – aggiunge l’assessora al sociale Marta Nalin – E finalmente adesso è stato istituito un tavolo che monitorerà l’evoluzione di questo programma». «Questi risultati arrivano quando c’è vera collaborazione tra istituzioni», sostiene invece il sindaco, Sergio Giordani.
«Oltre alla fascia che purtroppo vive già emarginata, spero che questo piano serva a raggiungere quell’area grigia delle nuove povertà, magari disabituata a relazionarsi per chiedere aiuto», chiude don Lorenzo Rampon, direttore della Caritas. Ci si potrà anche fare avanti volontariamente. —
LUCA PREZIUSI
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova