«L’insegnamento non è per tutti»

Le reazioni di alcuni colleghi: ci sono casi difficili ma l’educazione è essenziale

PADOVA. «In alcuni insegnanti si accumulano frustrazioni, a volte il lavoro che viene fatto in classe non produce risultati o per lo meno non quelli sperati e si può risentirne, infatti non tutti sono portati all’insegnamento». Guglielmo Sangiorgi ha insegnato per una vita Matematica e Fisica e pur non conoscendo personalmente i casi oggetto delle cronache di questi giorni, prova a spiegare alcuni comportamenti, a dir poco imbarazzanti, di alcuni suoi colleghi.

«Dalla mia esperienza le classi più difficili sono la terza media e le prime due classi delle superiori, ci sono ragazzi che rispettano ben poco l’autorità del professore e se anni fa c’era solo tra i ragazzi qualche testa calda, ora ci sono anche le ragazze che in questo li imitano alla perfezione. Poi dipende anche molto dall’educazione che ricevono in famiglia» analizza Sangiorgi «Un urlo, in pugno sulla cattedra può succedere, le contestazioni mosse dalla procura all’insegnante del Marchesi mi lasciano però senza parole. Non trovo giustificabili quelle parole, l’educazione è essenziale sempre. Insegnare è un lavoro per molti versi unico».

«Personalmente non ha mai avuto problemi di questo tipo, anche se atteggiamenti indisciplinati e arroganti ci sono» aggiunge il professor Antonio Bincoletto che insegna Lettere all’Istituto Marchesi «Non sono a conoscenza dei casi che sono venuti alla luce in queste ore, mi vien da dire che in prevalenza i nostri ragazzi sono bravi e seri».

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