L’ombra della rapina dietro la frode fiscale Chiesto il processo per Velo padre e figlia

CITTADELLA. La Procura di Rovigo ha chiesto il rinvio a giudizio per Antonio Velo e la figlia Loretta, considerati i mandanti di 4 tentativi di rapina a casa di Patrizia Rossini, madre di Marco, ex...

CITTADELLA. La Procura di Rovigo ha chiesto il rinvio a giudizio per Antonio Velo e la figlia Loretta, considerati i mandanti di 4 tentativi di rapina a casa di Patrizia Rossini, madre di Marco, ex compagno di Loretta ed ex manager di Velo spa. Secondo l’accusa i due si sarebbero rivolti a persone risultate coinvolte in indagini sulla nuova “mala del Brenta”. Nel gruppo Velo, che produce macchinari per l'industria enologica, la Finanza ha fatto emergere una frode da 10 milioni di euro al fisco. A traghettare per anni la Velo è stato Marco Rossini, ex marito di Loretta, divenuto dopo la separazione titolare della Cmr Industry di Candelù. L’inchiesta della Procura si concentra su 4 tentativi di rapina ai danni della madre di Rossini, che in casa avrebbe custodito ingenti somme provenienti dalle casse della Velo: secondo l'accusa, fu incaricato di “recuperare” quel denaro Moreno Scanferla, ma per svariati motivi lui e i complici fallirono ogni volta. I rapinatori però avevano le chiavi della cassaforte di Patrizia Rossini: secondo gli inquirenti sarebbero state quelle in possesso di Loretta Velo durante la relazione con Marco Rossini. La Procura chiede il rinvio a giudizio anche di un rapinatore: Fabrizio Aggujaro, 35 anni, residente a Piazzola. Gli altri componenti della batteria, secondo i pm, sono Michele Gelain, Delfino Fincato e Gian Daniele Bettero. Per Scanferla è già stata chiesta una condanna a 2 anni e 8 mesi. «Ho fiducia nell’operato della magistratura», ha detto ieri Marco Rossini che, con rito abbreviato, ha chiuso la sua vicenda giudiziaria con una condanna a 3 anni e 4 mesi per frode fiscale, bancarotta e truffa. «È il colpo di coda di una polemica iniziata da una persona che ha guadagnato molti soldi in maniera più o meno lecita», spiega l’avvocato Francesco Murgia, legale dei Velo, «sarebbe invece da capire come mai in quella casa ci fossero centinaia di migliaia di euro».

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