Lucangeli, la prof influencer con oltre 100 mila seguaci

PADOVA. Come tante “colleghe” è alta, bionda e ha un sorriso radioso. Ma gli anni da teenager ormai li ha superati da un po’, e tra i suoi video non trovano spazio né foto sexy, né borsette, né trucchi.
Eppure Daniela Lucangeli, 52 anni, prorettrice dell’Università di Padova, è una delle influencer più conosciute in città. La sua pagina Facebook conta 107 mila seguaci e il pubblico si allarga di giorno in giorno. «Ne ho più di Crozza, i miei studenti hanno riso tantissimo», ci scherza lei. Ogni settimana, anzi ogni mercoledì, Lucangeli pubblica una clip di alcuni minuti, che immancabilmente totalizza centinaia di condivisioni e apprezzamenti.
È come una rubrica, tutta incentrata sulle emozioni, che diffonde un po’ di buonumore e, insieme, pillole di psicologia. I video sono destinati agli adulti, ma la passione della “prof”, come la chiamano affettuosamente in molti, sono sempre stati i bambini, a cui ha dedicato la vita ancor prima della carriera.
E, tra tutti, i bambini che hanno bisogno di più aiuto: quelli con disabilità cognitiva importante o con problemi di apprendimento. Per loro ha approfondito i suoi studi in una direzione precisa, che poi per passione ha cercato di rendere comprensibile a tutti.
«Io di formazione sono un logico» racconta nel video di presentazione, «laureata in Filosofia. Ma la mia prima consulenza è stata a bimbi con disabilità cognitiva importante e lì ho capito che la logica non mi aiutava ad aiutarli, così mi sono laureata in Psicologia. Pensavo che studiare il sistema cognitivo e la mente potesse aiutarli davvero. Ho accettato la sfida e sono finita in un dottorato internazionale. È stata un’esperienza straordinaria, perché ho capito che là dove tu sei capace loro ce la fanno, e dove non sei capace li perdi».
L’esperienza l’ha portata a focalizzarsi sullo studio delle emozioni. «Abbiamo lavorato per anni per mostrare ai bimbi come ottenere il massimo delle potenzialità individuali. E un giorno un bimbo di cui eravamo contenti, perché aveva raggiunto ogni obiettivo, mi ha detto “adesso che mi hai tolto gli errori, mi puoi togliere che mi fanno male?”. E lì ho avuto come un’illuminazione: stavamo studiando la realtà in maniera parziale. Perché il bambino mi ha chiesto di togliergli il dolore? Perché i nostri errori tracciano le nostre memorie di emozioni. E se le tracciano di dolore possono anche tracciarle, per fortuna, dell’emozione di ciò che ci fa bene». Lucangeli gira l’Italia per trasmettere l’idea di una scuola più a misura di bambino.
«Non più semplice», sottolinea, «ma una scuola che accompagni l’apprendimento con curiosità, interesse e diritto all’errore. L’insegnante deve essere alleato del bimbo contro l’errore e non alleato dell’errore contro il bimbo».
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