Luciano Bonello sarto di fama e pittore dell’inconscio
PADOVA. Luciano Bonello, l’infinito paesaggio. La mostra alla Galleria di Piazza Cavour si è aperta ieri ravviva la memoria di uno straordinario pittore padovano, singolare per formazione ed esperienza. Bonello ha cominciato a dipingere a quarant’anni, prima, quasi in una vita precedente, era stato sarto, un sarto di rango, un maestro dell’eleganza maschile in cui era presente un retrogusto algido (l’eleganza è frigida), una corrente fredda. Tale contrappunto si ritrova anche in Bonello pittore.
La pittura, come nota Virginia Baradel nel catalogo, tralaltro splendido, curato da Maria Luisa Biancotto, è stato il suo mestiere del cuore, all’inizio quasi segreto, scoperto un po’ alla volta attraverso una graduale epifania a superare la ritrosia del carattere, la cautela. Colori sgargianti in cui il disegno viene amalgamato e sussunto dal blu della notte o da un paesaggio di corallo, colori che contengono lampi di luce, improvvisi, allucinanti. Eppure resta evidente una lista d’ombra, un nero profondo che sembra provenire dalle profondità del cosmo, quella materia oscura, misteriosa di cui è composta la maggior parte dell’universo e di cui poco o nulla si sa. C’è stato un altro grande pittore e antiquario, famoso per il suo atelier pittoresco e sconvolto dal caos come la bottega di un alchimista: Francesco Squarcione. Anche Squarcione era stato maestro di sartoria. «Dipingo dall’età di quarant’anni – disse Luciano Bonello - ma da sempre ho sognato e fantasticato su situazioni e immagini da “trascrivere” in qualche modo. Emozioni, sensazioni, inquietudini, malinconie mi giravano per la mente come un’ossessione costante e le sentivo come valori, negativi o positivi, capaci di impressionare la tela bianca». Il catalogo mette in fila quaranta opere che danno la misura della metamorfosi dello stile: sono nuvole di colore, sono quadri in cui l’inconscio si tuffa. Piacevoli gli intermezzi in bianco e nero, quasi foto di famiglia che mostrano l’artista con critici d’arte, colleghi ed amici. Lui sempre elegante e con addosso il disincanto della malinconia. Bonello nato ad Arzergrande nel 1936 si è spento improvvisamente e prematuramente, la notte del 24 novembre 2010 per un infarto. La mostra resta in cartello fino al 29 luglio, da martedì a domenica con orario dalle 16 alle 20.
Aldo Comello
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