Lui 90 anni, lei 54: nipote impedisce le nozze

TOMBOLO. Lui ha 90 anni, lei 54; volevano sposarsi, ma il nipote di lui ha deciso che “il matrimonio non s’ha da fare” e s’è messo in mezzo, opponendo il decadimento mentale dello zio e una presunta circonvenzione d’incapace da parte della promessa sposa. Spetterà ora al Tribunale di Padova decidere se il novantenne di Tombolo e la donna rumena che ha 36 anni meno di lui potranno diventare marito e moglie.
La loro storia è iniziata sette anni fa: l’anziano aveva visto una foto di lei, che al tempo viveva a Napoli, a casa della nuora della 54enne che vive a Tombolo, in affitto proprio dal pensionato. Lui aveva perso la moglie due anni prima, e pure lei era vedova da più di tre lustri. Iniziò a telefonarle: fra i due scattò «un’affinità», come spiega la legale della donna.
Dopo un mese di chiamate, il pensionato riuscì a fare in modo che lei si trasferisse a Tombolo e andasse a vivere con lui: all’inizio formalizzò un contratto di lavoro subordinato, «ma lei non ha mai percepito né preteso un minimo di stipendio», precisa la legale. In sostanza, la donna rumena non è e non è mai stata la badante del novantenne.
Da allora, lei ha seguito la casa, si è presa cura dell’anziano, ha coltivato l’orto, allevato i polli e potato un piccolo vigneto dietro casa. E gli amici più stretti hanno confermato «il modo amorevole con cui lei ha curato in tutti questi anni l’anziano e il rapporto affettivo che si è creato tra di loro».
Il legale chiarisce che i due promessi sposi «sono stati a lungo “interrogati” dal sindaco prima di acconsentire alla celebrazione» e che «non esiste alcuno scopo di lucro».
Di mezzo, ovviamente, c’è anche il testamento, in cui si dispone di un capannone e di piccoli appartamenti di proprietà del pensionato tombolano. E si fa notare che il novantenne è lucido e consapevole, appena un anno fa il medico aveva ribadito la sua capacità di intendere e di volere.
«Il problema è che da ieri pomeriggio la mia cliente è stata allontanata da casa in base a un decreto ingiuntivo del giudice di Padova», sottolinea l’avvocato della donna. «Lei però non ha nulla, non ha un soldo, una casa, questi ultimi anni sono stati dedicati al futuro marito, che ha sempre seguito dandogli i farmaci di cui ha bisogno e lo ha accompagnato in ospedale quando è stato necessario. Non può neppure essere ospitata dalla nuora, perché abita troppo vicino all’uomo. Non capiamo poi perché non sia ancora stata sentita: viene forse trattata così perché è una rumena?». Il caso si presenta controverso e l’avvocato promette che darà battaglia. (s.b.)
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