L’ultimo playboy padovano: «Le abbordo con stile, come Casanova»

PADOVA. È l’ultimo seduttore padovano. A 72 anni suonati, portati con classe ed eleganza, è l’ultimo play boy vecchio stile, che, quasi ogni giorno, specialmente in queste giornate afose, si piazza davanti al Pedrocchi, punta la “preda” di turno e la va ad abbordare con passo da gazzella. Con leggiadria, attento a non sconfinare, pronto a ritrarsi di fronte al minimo cenno di fastidio. E funziona: le donne, quasi sempre, accettano di conversare anche perché lui, con i suoi occhi azzurro mare ed il fisico atletico, è ancora un bell’uomo. Si chiama Vasco Properzi. Ha una figlia di 31 anni ed è separato da 20 anni. Da giovane ha giocato nel Petrarca Basket e attualmente, dopo aver gestito per decenni un negozio di articoli religiosi in via del Santo, è in pensione ma continua a fare sport allenando la squadra di basket dei ragazzi delll’Unione Sportiva Arcella, in patronato. Nel 2010 è stato, a lungo, con successo, tra i protagonisti della trasmissione guidata da Maria De Filippi “ Uomini e Donne over”.
Signor Vasco, ma come! Ad oltre 70 anni continua a correre per le strade di Padova e di Abano cercando di approcciare sempre nuove donne?
«E perché non dovrei farlo? Non sono più sposato. Vivo solo e, quindi, ho tutti i diritti di vivere come più mi piace. Anche perché, con la mia, collaudata, tecnica di avvicinare le donne, non dò fastidio a nessuno. Non sono insistente e rispetto la volontà della persona alla quale mi avvicino. Per me la donna non è mai stata una preda e, tanto meno, un numero da inserire in un punteggio annuale, come negli anni Ottanta facevano i bagnini di Rimini o gli imbroccatori di piazza della Signoria,a Firenze o i napoletani della cosiddetta scuola sorrentina».
In centro la conoscono tutti. Quali sono le sue parole magiche per attaccare discorso?
«Non esiste una frase precostituita. A volte chiedo se posso offrire un caffè o se si tratta di una straniera, cerco di attaccare bottone con: “do you speak english?” O “Parlez-vous français?” Le prime parole cambiano a seconda della situazione ambientale e della persona che ti trovi di fronte. A volte potrebbero andare bene anche le espressioni, tipo: ..”molto elegante” oppure ...”veramente molto bella”».
Quante donne ha avuto?
«Le ripeto che il numero delle ragazze conquistate non mi ha mai interessato. Conta la qualità e non la quantità. Posso solo dire che sono tantissime. Ma, nella mia vita privata, io non ho mai mirato a fare solo sesso con le donne. In ognuna di loro ho sempre cercato l’amore, la passione, mai l’atto sessuale fine a se stesso. Ogni conoscenza approfondita rappresenta una storia a sé, con un inizio e con una fine. La volgarità non mi è mai piaciuta»
Preferisce attaccare discorso con le padovane o le straniere?
«Ogni donna è un pianeta a se stante. Ogni persona è diversa dalle altre. Non ho mai massificato la galassia al femminile. Tutte hanno bisogno della massima gentilezza quando vengono avvicinate per strada o nei locali pubblici. Anche quando ti mandano a quel paese subito e non vogliono assolutamente essere avvicinate».
Un episodio che ricorda più degli altri?
«Una volta conobbi in città una donna stupenda. Solo quattro chiacchiere fatte per una strada del centro. Nei giorni successivi l’andai a trovare, in auto, a Bressanone, solo per il piacere di offrirle un caffè. E poi tornare subito a Padova».
Come mai i ventenni ed i trentenni non cercano più di avvicinare le ragazze per strada e gli abbordaggi li fanno solo gli uomini in età?
«Internet ha rivoluzionato le relazioni sociali tra gli uomini e le donne. I giovani, poi, hanno sempre più paura di essere rifiutati, di non farcela e non amano il rischio che offre l’avventura. Ma, secondo me, il metodo più bello e più gratificante per conoscere nuove donne resta quello che abbiamo sempre praticato noi non più giovanissimi, che, in fondo, è lo stesso utilizzato nel Settecento anche da Giacomo Casanova».
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova