L’Università di Padova come un quadrifoglio: «Visibile, accessibile e razionale»
Alberto Scuttari, direttore generale del Bo: interventi fatti per durare nel tempo. Martedì 7 l’evento di Gabetti e Nord Est Multimedia che analizza il mercato immobiliare della città

Un’università che si sviluppa a quadrifoglio, un campus diffuso ma razionale nella consapevolezza che l’aumento degli studenti può mitigare un inverno demografico che non risparmia nemmeno Padova e che per percorrere questa strada serve una visione ad hoc, come sottolinea il direttore generale del Bo, Alberto Scuttari.

Dottor Scuttari, sembra che l’Ateneo sia destinato a essere sempre più centrale per la città.
«Da qualche anno il Bo sta crescendo in tutti i numeri. Dopo che per 40 anni si è attestato su 63-64 mila iscritti con il 2% di studenti internazionali, ora siamo arrivati ad averne stabilmente 74 mila con il 10% di internazionali e un 20% nelle sedi decentrate. Questo impatto si fa sentire sulla città anche per numero di dipendenti tra docenti, tecnici amministrativi, assegnisti e quant’altro. Parliamo di 10-11 mila persone la cui presenza si riflette sul bilancio che in tre anni è passato da 650 a 900 milioni anche con il contributo dei progetti Pnrr che hanno fatto aumentare il personale del 10%. Li terremo? Credo di sì. Sono stati fatti investimenti perché durino nel tempo».

Come vi ponete rispetto alla città?
«L’Università è radicata nel territorio. Solo a Padova abbiamo 170 edifici e nel masterplan abbiamo previsto interventi che ci porteranno da 695 mila metri quadri a 750 mila tra uffici, laboratori e residenze. Uno sforzo che vale 600 milioni di cui 250 spesi negli ultimi 5 anni. Oggi gli studenti non sono più disposti ad accontentarsi, per questo la qualità è importante, come lo è la logistica: i ricercatori vogliono laboratori. Vogliamo uscire dagli spazi piccoli per concentrarci su 4 poli omogenei. Il territorio, per sua parte, ci chiede interventi sostenibili. Dal 2017 abbiamo minimizzato il consumo di suolo e cercato di essere più autonomi dal punto di vista energetico».
Quindi è tramontata l’idea del campus diffuso?
«L’idea è quella di un quadrifoglio: le Ingegnerie e le Scienze a nord e sud del Piovego; le Scienze umane nell’area Maldura, Beato Pellegrino, Liviano e Campagnola; le Scienze economiche e sociali negli spazi della Piave e le Scienze della vita nell’area dell’ospedale presente e futuro: al centro di questo “fiore” i servizi con il Bo e l’amministrazione. Pur restando un campus diffuso vorremmo che si vedesse di più e fosse più accessibile. Inoltre, una maggior razionalità ci consente di ridurre gli affitti».

Come si colloca la Fiera?
«Gravita sull’area a nord del Piovego. Qui stiamo realizzando una struttura sostenibile con 3.500 posti in aule a cui si aggiunge un accordo di programma per capire se possiamo acquisire altri spazi sempre nella logica dell’adiacenza e dell’Hub come spazio flessibile. Le moderne infrastrutture per la ricerca non sono compatibili con lo sviluppo in edifici tradizionali, ci servono laboratori per gli studi che andiamo a vincere con i progetti europei e per i ricercatori in arrivo anche dall’estero. Come università pubblica non abbiamo margini di manovra sugli stipendi, ma possiamo averli su strutture di ricerca e relativo supporto logistico. Sono processi lunghi ma i risultati si vedono nella fortissima capacità di attrarre fondi e ricercatori».
Parlando di logistica non possiamo non soffermarci sul tema alloggi.
«Abbiamo recuperato la Fusinato con 200 posti letto; partiremo a breve con la Meneghetti con altri 100 posti in zona ospedale; ce ne sono 60 in programma ad Agripolis; abbiamo deciso di partire con i lavori in via Campagnola, indipendentemente dai finanziamenti ministeriali, per altri 100 posti e trasformato in residenza la struttura di via Minio con ulteriori 40. Come Ateneo provvediamo a 500 posti nuovi cui si aggiungono i circa 300 nuovi dell’Esu. Gli studi dicono che Padova è tra le città più interessanti per investire in residenze universitarie, questo sta attirando privati anche con fondi internazionali che noi vediamo di buon occhio. Bisognerebbe facilitare in termini di costi generali ingressi di questo tipo che restituiscono una città che vive. Gli studenti sono i cittadini di domani ma anche i clienti di oggi».
State cercando di allargarvi anche in zona ospedale.
«C’è un avviso pubblico per 5 mila metri quadri in cui realizzare studi e uffici ed è in corso la ristrutturazione dell’ex collegio Morgagni: sono investimenti che hanno l’obiettivo di consolidare l’area medica e delle Scienze della vita».
A suo parere cosa resta ancora da realizzare in questa visione di città universitaria?
«Servono grandi progetti infrastrutturali per fare ricerca di rilievo internazionale. Si sta già lavorando alla facility per la risonanza magnetica 7 tesla, uno degli strumenti di imaging più importanti d’Europa e abbiamo in programma la realizzazione dell’infrastruttura di calcolo a elevate prestazioni che ci inserirà in una rete internazionale. Non investiamo solo sugli uomini ma anche sulle infrastrutture per fare ricerca di frontiera».
L’evento di martedì 7 all’Orto botanico
L’evento di martedì 7 maggio si tiene alle 17 all’Orto Botanico di Padova. L’apertura è affidata a Roberto Busso (Gabetti), al sindaco Sergio Giordani e a Paolo Possamai, direttore editoriale di Nem. Presenta la ricerca Diego Vitiello (Gabetti). Due poi i panel di giornata, il primo dal titolo “Parola agli Stakeholders” e il secondo “Parola ai protagonisti del cambiamento”, con due focus dedicati al progetto PP1 e alla riqualificazione di piazzale Boschetti. Modera il giornalista Claudio Malfitano, conduce il vicedirettore di Nem Luca Piana.
Qui il programma completo
Martedi 7 maggio / ore 17-19 — Orto Botanico di Padova
Saluti di apertura
Roberto Busso, amministratore delegato Gabetti Property Solutions
Sergio Giordani, sindaco di Padova
Paolo Possamai, Direttore Editoriale Gruppo NEM
Presentazione ricerca
Diego Vitiello, Gabetti Property Solutions
Parola agli Stakeholders
Intervengono
Antonio Santocono, presidente Camera di Commercio
Alberto Scuttari, direttore generale Università degli Studi di Padova
Roberto Tosetto, direttore generale Interporto Padova
Monica Soranzo, presidente Federalberghi Padova Hotels
Mauro Sbroggiò, amministratore delegato e direttore generale Finint Investments SGR
Modera
Claudio Malfitano, Giornalista Gruppo Nem
Parola ai protagonisti del cambiamento
Il Progetto “PP1”
Flavio Pedron, presidente Consorzio Stabile Pedron
Cino Zucchi, chief architect studio CZA
La Riqualificazione di Piazzale Boschetti
Franco Ferraro, Amministratore Delegato Liberty Srl
Lorenzo Attolico, architetto
Modera
Claudio Malfitano, Giornalista Gruppo Nem
Conclusioni
Roberto Busso, amministratore delegato Gabetti Property Solutions
Luca Piana, vicedirettore Gruppo Nem
Conduce
Luca Piana, vicedirettore Gruppo Nem
Si può partecipare aderendo attraverso il sito www.eventinem.it.
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