L’università in mano Uniwhere si laurea tra le regine delle app

In principio fu il caos. Oggi c’è Uniwhere. Un’applicazione facile facile, che raccoglie tutta la tua carriera accademica, si auto-aggiorna, ti ricorda di pagare le tasse, permette di accedere alle chat tematiche e valuta l’attendibilità delle informazioni secondo principi statistici. Lo studente autorizza i propri dati e l’app si integra perfettamente con il sistema universitario, diventando uno strumento al servizio degli iscritti. A tre anni dal lancio, Uniwhere viene quotidianamente utilizzata da trentamila studenti padovani (più della metà) e si è diffusa in altri 44 atenei italiani. Coprendo, potenzialmente, il 75% della popolazione universitaria nazionale. Ora i suoi creatori puntano all’estero: sia in termini di espansione, sbarcando negli atenei d’Europa, sia in termini economici, alla ricerca di possibili investitori.
L’idea iniziale è arrivata quattro anni fa, grazie alla fatale svista di uno studente come tanti: «Era un amico, mi chiamò disperato perché si era dimenticato di pagare le tasse», racconta Gianluca Segato, 22 anni, laureato in Economia a Padova e numero uno della startup Uniwhere, «così gli era arrivata la mora, che era lievitata fino ad una cifra incredibile. Non c’era malafede da parte sua: è solo che non sapeva usare il sistema informatico. Non si ricordava neanche la password. Gli chiesi: ma se invece di dover andare nel sito tu avessi una app per il telefono, la troveresti utile? “Eccome”, rispose». Così, mentre molti professori e studenti si affannavano ad affrontare il passaggio dalla carta al web, tre ragazzi lavoravano già sul traguardo successivo: il “mobile”, cioè la piattaforma per il telefono. «Per me era partito come un esperimento», racconta ancora Gianluca, «ma in meno di due settimana i download erano schizzati alle stelle. Mi resi conto che c’era del potenziale e decisi di dare più rigore al mio progetto». Così arrivarono Federico Cian, classe 1983, Product manager per Toshiba, e Giovanni Conz, project manager sempre in Toshiba. In breve tempo i servizi sono aumentati, e oggi Uniwhere permette molteplici azioni: il più conosciuto è il libretto, con voti conseguiti, sospesi e media. Si può anche stabilire un obiettivo, pianificando quali voti servono per arrivare alla tesi con un certo punteggio. Poi ci sono le chat tematiche, a cui accedono tutti coloro che hanno nel piano di studi quel determinato esame: chi lo deve sostenere chiede, chi ha già dato risponde. Infine offre tutte le informazioni su date e orari dei corsi e degli appelli. I contenuti sono inseriti dagli studeti: se vengono confermati da un certo numero di utenti, l’app considera il dato attendibile. Non stupisce che dall’app sia nata una startup. E che ora i suoi fondatori pensino in grande: «I singoli atenei potrebbero comprare il servizio», spiega Segato, «noi non avremmo nulla in contrario. Ma al momento pensiamo soprattutto all'espansione: abbiamo una buona base e vogliamo fare un salto di qualità, ma servono investitori. Abbiamo appena iniziato a cercarli, ma siamo ottimisti».
Silvia Quaranta
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