L’università in mano Uniwhere si laurea tra le regine delle app

Tre anni dopo il lancio, a Padova la usano trentamila studenti I suoi creatori puntano a esportarla in altri atenei d’Europa
PADOVA, 28/08/2002 G.M. IMMATRICOLAZIONI UNIVERSITARIE (VIGATO)
PADOVA, 28/08/2002 G.M. IMMATRICOLAZIONI UNIVERSITARIE (VIGATO)

In principio fu il caos. Oggi c’è Uniwhere. Un’applicazione facile facile, che raccoglie tutta la tua carriera accademica, si auto-aggiorna, ti ricorda di pagare le tasse, permette di accedere alle chat tematiche e valuta l’attendibilità delle informazioni secondo principi statistici. Lo studente autorizza i propri dati e l’app si integra perfettamente con il sistema universitario, diventando uno strumento al servizio degli iscritti. A tre anni dal lancio, Uniwhere viene quotidianamente utilizzata da trentamila studenti padovani (più della metà) e si è diffusa in altri 44 atenei italiani. Coprendo, potenzialmente, il 75% della popolazione universitaria nazionale. Ora i suoi creatori puntano all’estero: sia in termini di espansione, sbarcando negli atenei d’Europa, sia in termini economici, alla ricerca di possibili investitori.

L’idea iniziale è arrivata quattro anni fa, grazie alla fatale svista di uno studente come tanti: «Era un amico, mi chiamò disperato perché si era dimenticato di pagare le tasse», racconta Gianluca Segato, 22 anni, laureato in Economia a Padova e numero uno della startup Uniwhere, «così gli era arrivata la mora, che era lievitata fino ad una cifra incredibile. Non c’era malafede da parte sua: è solo che non sapeva usare il sistema informatico. Non si ricordava neanche la password. Gli chiesi: ma se invece di dover andare nel sito tu avessi una app per il telefono, la troveresti utile? “Eccome”, rispose». Così, mentre molti professori e studenti si affannavano ad affrontare il passaggio dalla carta al web, tre ragazzi lavoravano già sul traguardo successivo: il “mobile”, cioè la piattaforma per il telefono. «Per me era partito come un esperimento», racconta ancora Gianluca, «ma in meno di due settimana i download erano schizzati alle stelle. Mi resi conto che c’era del potenziale e decisi di dare più rigore al mio progetto». Così arrivarono Federico Cian, classe 1983, Product manager per Toshiba, e Giovanni Conz, project manager sempre in Toshiba. In breve tempo i servizi sono aumentati, e oggi Uniwhere permette molteplici azioni: il più conosciuto è il libretto, con voti conseguiti, sospesi e media. Si può anche stabilire un obiettivo, pianificando quali voti servono per arrivare alla tesi con un certo punteggio. Poi ci sono le chat tematiche, a cui accedono tutti coloro che hanno nel piano di studi quel determinato esame: chi lo deve sostenere chiede, chi ha già dato risponde. Infine offre tutte le informazioni su date e orari dei corsi e degli appelli. I contenuti sono inseriti dagli studeti: se vengono confermati da un certo numero di utenti, l’app considera il dato attendibile. Non stupisce che dall’app sia nata una startup. E che ora i suoi fondatori pensino in grande: «I singoli atenei potrebbero comprare il servizio», spiega Segato, «noi non avremmo nulla in contrario. Ma al momento pensiamo soprattutto all'espansione: abbiamo una buona base e vogliamo fare un salto di qualità, ma servono investitori. Abbiamo appena iniziato a cercarli, ma siamo ottimisti».

Silvia Quaranta

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