L’uomo del futuro? «Avrà le braccia più lunghe ma il pene più corto»

Lo studio dell’andrologo padovano Carlo Foresta presentato ad Abano in un convegno: «Ecco come si modifica il corpo». L’obesità influisce anche sulla qualità del liquido seminale
VIGATO - PRESENTAZIONE NUOVO OSPEDALE. CARLO FORESTA VIGATO - PRESENTAZIONE NUOVO OSPEDALE
VIGATO - PRESENTAZIONE NUOVO OSPEDALE. CARLO FORESTA VIGATO - PRESENTAZIONE NUOVO OSPEDALE

PADOVA. L'uomo del Terzo millennio sta subendo modificazioni sostanziali delle strutture corporee, con con un aumento delle misure delle braccia e delle gambe, ma con un accorciamento della misura del pene. E' il risultato di uno studio sulle caratteristiche antropometriche di 2.019 giovani (eta' media 18,9 anni) compiuto dal Servizio per la Patologia della riproduzione umana dell'Azienda ospedaliera universitaria di Padova, diretta dal prof. Carlo Foresta, e presentati oggi ad Abano Terme in un convegno.

Confrontando i dati sulle misure degli oltre 2000 giovani del campione, i ricercatori hanno individuato significativi sfasamenti: in base ai parametri considerati fino ad oggi normali, nel rapporto apertura braccia -altezza (che nell'individuo normale deve essere uguale o di poco superiore all'altezza), il 36% del campione risulta avere le braccia più lunghe, così come il 47,7% ha le gambe più lunghe rispetto al tronco. Si vanno modificando anche le dimensioni del pene: mediamente lungo 9,7 centimetri nel 1948, 9 cm. nel 2001, 8,9 cm. nel 2012 si ferma a 8,9 cm. «Le proporzioni del sistema scheletrico - spiega Foresta - sono governate essenzialmente dal sistema endocrino e i particolare dagli ormoni gonadici, quindi del testicolo. Ci siamo anche chiesti quali possono essere state le influenze che hanno interferito con gli ormoni riuscendo a modificare in modo sostanziale la struttura; l'ipotesi più probabile è che ci siano cambiamenti ambientali che in qualche modo influiscono sul sistema endocrino».

Un ruolo importante, spiega lo studioso, gioca anche il grado di obesità: nella casistica analizzata il 18% dei giovani era soprappeso o obeso, ed il grado di obesità è correlato con le variazioni delle strutture scheletriche. «L'obesità infatti - conclude Foresta - influenza negativamente la produzione di ormoni durante l'età dello sviluppo. Per questo la lunghezza del pene è inversamente proporzionata all'obesità».

Negli ultimi decenni, parallelamente alla crescita del fenomeno obesità, la qualità del liquido seminale è andata sempre più peggiorando. Alcuni studi stimano che nei maschi statunitensi la qualità del liquido seminale vada riducendosi dell'1,5% l'anno; simili stime riguardano anche i Paesi occidentali. In Italia, la rilevazione annuale dell'Istat indica che dal 2001 al 2009 la prevalenza dell'obesità nei soggetti adulti ha mostrato un trend in lieve aumento, dall'8,3% al 10,1%. Questo andamento si osserva in entrambi i sessi, ma più marcatamente negli uomini: nel 2009 l'obesità ha interessato l'11,1% dei maschi e il 9,2% delle femmine.

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