L’Urt apre a novembre con dodici posti letto
L’Unità riabilitativa territoriale alla “Moretti Bonora” di Camposampiero anticipa l’ospedale di comunità: il via dalla Regione è atteso per il 2018

Foto Ferrari per Belluco, la casa di riposo Moretti - Bonora di Camposampiero.
CAMPOSAMPIERO. Partirà ai primi di novembre l’Unità riabilitativa territoriale (Urt) al centro servizi per anziani “Moretti Bonora”.
Dodici posti letto, di cui dieci accreditati dalla Regione (quindi con contributo regionale) accoglieranno pazienti ospedalieri reduci da traumi di tipo ortopedico o neurologico che devono affrontare un percorso di recupero funzionale e fisioterapico.
La struttura, che si trova al secondo piano dell’ente di via Bonora, è pronta ed inaugurata da febbraio 2016 ma non ancora in funzione a causa della riorganizzazione generale della sanità veneta.
Ad annunciare la novità alla commissione consiliare sanità è stato il presidente Vittorio Casarin che ha anche aggiunto di attendersi «per il 2018 il via regionale all’ospedale di comunità» che offrirà assistenza post-operatoria a pazienti non ancora in grado di rientrare a casa e che è già pronto, come l’Urt, con 25 posti disponibili».
« I posti autorizzati sembra saranno 15 a Camposampiero e 15 a Cittadella ma qui si porrà la questione geopolitica dell’assegnazione dei posti in tutto il Veneto da parte dell’assessore veronese alla sanità. Mi auguro che non vi siano ulteriori rinvii», è l’auspicio del consigliere Domenico Zanon che aveva richiesto la convocazione in commissione del presidente Casarin. Il grande tema sul piatto resta però quello del rapporto tra pubblico e privato nell’assistenza agli anziani.
«Oggi non c’è concorrenza. Come struttura pubblica siamo pesantemente svantaggiati, in particolare sul versante dei costi del personale e dell’Irap», ricorda Casarin. La “Moretti Bonora” ad oggi è occupata pienamente nei suoi 250 posti letto «ma di questi in media 40 non godono di impegnativa di residenzialità, ossia del contributo regionale, il che significa per noi costi aggiuntivi per circa 700.000 euro all’anno. In vista della riforma regionale delle Ipab, è il momento di riformare anche l’assegnazione delle impegnative».
Oggi un anziano che ottiene il contributo regionale può scegliere liberamente dove andare, nel pubblico o nel privato. «Se vogliamo restare ente pubblico, è ora di finirla di ingrassare il privato con soldi pubblici», è il pensiero di Vittorio Casarin.
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