Magliette e cover per telefonini con il "brand" Riina: la nuova vita di Salvuccio

Da maggio scorso non ha più pendenze con la legge. I suoi profili social contano migliaia di follower. Due aste su Ebay per vedere i prodotti ma lui avvisa: "E' beneficienza"

PADOVA. Magliette stampate e cover per cellulari con foto e nome della famiglia Riina. Giuseppe Salvatore Riina, figlio del capo dei capi di Cosa Nostra, tenta la strada del brand.

Come racconta Salvo Palazzolo su Repubblica, il primogenito di "Totò u curtu", da maggio scorso libero da ogni misura, ha organizzato due "aste benefiche" su Ebay per vendere magliette e cover di telefonini con stampate le sue immagini e il suo cognome. Tutto "per sostenere la fattoria Vita Felice di Casalbordino (Chieti)", dice lui in una diretta Facebook.

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E così, mentre annuncia la stesura del secondo libro, si diletta sui social. La sua pagina Facebook ha quasi 4.500 iscritti mentre l'account Instagram Salvoriina_official ("official" come le star del mondo dello spettacolo o i campioni dello sport) ne conta addirittura 14 mila.

Nicola Gratteri: «Grave errore l’arrivo di Riina jr a Padova»
20080228 - SULMONA - L'AQUILA - CLJ - MAFIA: RIINA JR; SORRIDE AI FOTOGRAFI MA NON PARLA. Giuseppe Salvatore Riina, figlio terzogenito del boss di Corleone Toto' Riina, esce oggi dal carcere di Sulmona (L'Aquila). Riina ha percorso a piedi cento metri dal carcere alla ''Mercedes'' dove lo attendevano la madre, un'altra donna e il cognato. Ai cronisti ha detto, sorridendo, di non avere ''nulla da dichiarare''. Poi si e' rivolto a un fotografo al quale era caduta per terra la fotocamera e, sempre sorridendo, gli ha ..detto: ''Stai attento che rompi la macchina''. Quindi ha abbracciato chi lo stava aspettando - prima l'uomo e subito dopo la madre - e poi e' salito sull'auto che si e' subito allontanata...ANSA/MASSIMILIANO SCHIAZZA/DRN

A dicembre 2007 il giovane Riina venne condannato a 8 anni e 10 mesi per associazione a delinquere di stampo mafioso. Passa anni tra carcere e misure di prevenzione poi, il 23 febbraio 2012, il tribunale di Palermo lo autorizza a trasferirsi a più di mille chilometri, a Padova, dove arriva il 14 aprile.

Scaduta la misura di prevenzione, è applicata la misura di sicurezza della libertà vigilata. Nella città del Santo infrange gli obblighi previsti per legge e così finisce in una comunità di lavoro in Abruzzo. Ma da maggio scorso è di nuovo libero.

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