Mail truffa dalla Spagna, ci cadono in migliaia

Sono decine le piccole aziende del padovano che nel mirino dei truffatori internazionali. L’ultima trovata è una mail dalla Spagna
MILANESI - CONSIGLIO CAMERA DI COMMERCIO. nardo roberto
MILANESI - CONSIGLIO CAMERA DI COMMERCIO. nardo roberto

PADOVA. Sono decine le piccole aziende del padovano che nel mirino dei truffatori internazionali. L’ultima trovata che sta costando a più di qualcuno migliaia di euro arriva dalla Spagna. Una fantomatica società di Barcellona, la Id Office, si spaccia come società affiliata Telecom o Seat Pagine Gialle e comunica, tramite mail o posta semplice, al piccolo imprenditore che i suoi recapiti sugli elenchi hanno uno sbaglio. Richiedono dunque di verificare l’errore, di firmare il modulo necessario alla rettifica e di inviare la documentazione all’indirizzo segnalato. In realtà si tratta della sottoscrizione di un contratto che prevede il pagamento di una somma di circa 2 mila euro, in 24 mesi da saldare in un’unica soluzione anticipata. Passano pochi giorni e iniziano le richieste di denaro, prima via mail poi telefonicamente e, in alcuni casi, addirittura tramite società di recupero crediti.

«Solo ieri ci sono arrivati in ufficio almeno 2 casi di piccoli imprenditori che, convinti dalla documentazione, in tutto e per tutto simile ai modelli standard della società sono caduti nel tranello» spiega Roberto Nardo segretario dell’Adiconsum di Padova «Consigliamo di verificare bene la documentazione prima di firmarla e soprattutto denunciare l’accaduto e non cedere ai ricatti».

E le truffe sono oramai all’ordine del giorno. La Polizia Postale di Padova indica nell’ordine delle migliaia le truffe informatiche che i padovani denunciano ogni mese. «Ogni giorno da noi ne arrivano almeno 5 o 6. Oltre alle Pmi sono molti i privati che acquistano prodotti che non arrivano mai, on line ma anche tramite telefono o per via di una pubblicità televisiva. Un caso famoso è quello di Mara Fashon di Saonara ora scomparsa dalle tv dopo la multa salata che gli ha inflitto l’Autorità Garante delle Concorrenza e del Mercato. Spesso le persone truffate provano subito a bloccare i bonifici effettuati» continua Nardo «ma capita che le banche non blocchino in tempo le operazioni a prescindere dal fatto che sia o meno possibile farlo». «Una volta venuti a conoscenza delle coordinate bancarie del malcapitato nulla esclude che il truffatore sia in grado di fare altre operazioni sul conto e magari svuotandolo. È sempre bene provvedere a modificare le coordinate bancarie».

 

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