Mandavano in tilt le slot per svuotarle In cella tre rumeni
Mandavano in tilt le slot machine automatiche, pretendendo dagli avventori dei locali la restituzione delle monete, quando non era la stessa macchinetta in tilt ad elargire il rimborso. Una tecnica ingegnosa che è stata smascherata martedì sera dal nucleo operativo radiomobile dei carabinieri di Padova. I militari guidati dal tenente Franchini hanno arrestato tre rumeni, dopo l’allarme lanciato dai gestori del bar Tucano di via Cavallotti. Dietro le sbarre sono finiti Marcel Gorgan, ventottenne residente a Teolo e già gravato da obbligo di firma per furto, Dragos Lucian Lita, ventisettenne di Due Carrare, e Viorica Mariana Barbuntoiu, ventunenne di Strà.
I tre si stavano aggirando all’interno del locale, bevendo birre e guardandosi attorno cambiando continuamente macchinette. I militari, al loro arrivo, hanno trovato uno dei tre con le mani all’interno di una slot e che, dopo aver intascato 400 euro, si accingeva a prelevarne quasi il doppio, già versati dall’apparecchio nel contenitore delle vincite. Immobilizzati dai carabinieri, hanno cercato di difendersi spiegando che si trattava di vincite lecite e che la macchinetta era già aperta. L’analisi delle immagini del circuito di videosorveglianza ha tolto ogni dubbio, e i tre rumeni sono stati ammanettati. La tecnica usata è consolidata: grazie a una copia di una chiavetta per l’apertura della macchinetta, accedevano ai circuiti interni mandandoli in tilt. In questo modo, a seconda dei casi, imponevano una restituzione delle monete, recuperando di volta in volta i soldi immessi, o chiedevano il “resto” allo stesso apparecchio che, convinto che i soldi fossero ancora all’interno, restituiva l’equivalente, raddoppiando di fatto l’investimento. La chiavetta utilizzata per l’attività criminale è stata ritrovata dietro una slot,mentre è stata sequestra la Nissan usata dalla banda. I carabinieri stanno analizzando i dati di precedenti furti simili per risalire all’eventuale responsabilità degli arrestati. (s.v.)
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova