Mantovani, sì al concordato: in ballo 200 milioni di debiti

Il Tribunale ammette alla procedura la società controllata dalla famiglia Chiarotto. Il 7 luglio del prossimo anno la prima adunanza dei creditori tra cui le banche

PADOVA. Il Tribunale di Padova ha ammesso ieri al concordato in continuità Mantovani, la società controllata dalla famiglia Chiarotto che poco più di un anno fa, il 15 novembre 2018, aveva inoltrato richiesta di accedere alla procedura allo stesso Tribunale. Una buona notizia, quindi, per la società, il cui piano concordatario è stato ritenuto, dopo un anno di approfondimenti e verifiche, abbastanza solido da giustificare l’ammissione all’istituto.

SEMAFORO VERDE

Un elemento di speranza anche per i dipendenti rimasti dopo una serie di vicende che hanno portato Mantovani a stipendiare poco meno di una trentina di lavoratori complessivi, dopo averne occupati oltre 400. Il 9 dicembre prossimo infatti, oltre alle otto figure presenti ad oggi in azienda, rientreranno in forze alla società anche i 20 dipendenti passati per il fallimento di Coge Mantovani.

IL CONFRONTO

Ma il Tribunale di Padova ha stabilito anche la data della prima adunanza dei creditori, il 7 luglio 2020. All’incontro saranno presenti i rappresentanti della società (tra cui gli istituti bancari) che vantano crediti stimati in circa 200 milioni di euro. Una cifra enorme a cui si aggiungerà quanto vantato dai dipendenti in rientro. Anche in questo caso una stima di massima permette di valutare in oltre 1 milione di euro le spettanze inevase. E se da parte di Mantovani non trapela alcun commento su di un passaggio comunque strategico di una delle vicende societarie più drammatiche del panorama edile degli ultimi 10 anni, i rappresentanti dei lavoratori salutano la notizia dell’ammissione al concordato in continuità con prudente soddisfazione.

I SINDACATI

«Una buona notizia» sottolinea Dario Verdicchio della Fillea Cgil di Padova «che va di pari passo con quella del ritorno in forza alla società dei 20 lavoratori superstiti dell’avventura Coge Mantovani. Dopo essere rimasti per oltre un anno appesi a un filo per responsabilità di un management che ha dato ampia prova della propria inconsistenza, questi lavoratori tornano in capo a un’azienda che sta percorrendo la via di un concordato in continuità. Una strada che qualche spiraglio ad una eventuale ripresa del lavoro. Questo si aggiunge alla certezza di potere recuperare le spettanze mai ottenute in un anno di impegno costante per il rilancio di un ramo d’azienda il cui progetto industriale rimane per noi un mistero da approfondire».

LE COMMESSE

E tuttavia è sempre il sindacato a esprimere qualche perplessità sulle commesse di cui Coge ad oggi è titolare in Italia. «Di fatto i cantieri attivi di Mantovani» spiega Verdicchio «altro non sono che quelli ceduti nell’agosto 2018 a Coge: i service del Centro Protonico dell’Ospedale di Trento e dell’Ospedale Sant’Angelo di Mestre. Mentre dell’importante cantiere di Fusina, a suo tempo ceduto in subappalto da Coge alla Ing Ferruccio Ferrari di Venezia, non abbiamo notizie in seguito a una serie di procedure giudiziarie, tra cui il fallimento di Coge, e il concordato di Mantovani, che lasciano ad oggi nell’incertezza il futuro di quel cantiere». —



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