Manuel Bortuzzo: «Voglio andare al Grande Fratello per mostrare a tutti come si vive in carrozzina»
Il nuotatore veneto della Nazionale italiana ferito da due malviventi a Roma e rimasto paralizzato sogna di entrare nella casa più famosa: «Ho iniziato a guardarlo durante il lockdown. È l’ambiente perfetto per far conoscere alla gente le difficoltà quotidiane di chi è come me»

16/06/2020 Roma. Saxa Rubra, Rai 1 presentazione della trasmissione televisiva Italia Si', nella foto Manuel Bortuzzo
L’intervista
Abbattere le “barriere architettoniche”. Non solo quelle fisiche, ma anche quelle del cuore e della mente, per far capire al grande pubblico cosa significa stare in sedia a rotelle, e dare voce a chi non è fortunato come lui nonostante la sua condizione. Manuel Bortuzzo, il giovane nuotatore trevigiano che due anni fa ha perso l’uso delle gambe, si candida a partecipare al Grande Fratello. Nela notte tra il 2 e il 3 febbraio 2019, l’atleta della nazionale italiana di nuoto viene ferito durante un agguato all’Axa, periferia di Roma, e resta paralizzato. Due giovani confessano di aver colpito per errore il nuotatore. Sono stati condannati a 16 anni.
Come passerà la notte tra il 2 e 3 febbraio, quella in cui la sua vita è cambiata per sempre?
«Organizzerò una serata in compagnia dei miei amici a Roma».
Un modo per non pensare?
«In quei momenti i pensieri vanno altrove. Certo. Ma ci sono le persone che tengono a te che ti fanno stare bene. Dovrebbe essere un giorno brutto e invece sarà bello. Faremo qualcosa di semplice, per stare in compagnia».

Agostini Montebelluna Palamazzalovo incontro con Manuel Bortuzzo
Paura del Covid?
«Siamo tamponati ogni due per tre, lavorando in Rai faccio il tampone ogni settimana, siamo sempre monitorati».
L’idea di partecipare al Grande Fratello, come è nata?
«L’ho seguito quest’anno, per la prima volta. Per via del fatto che siamo rimasti per un pezzo tutti a casa, ho iniziato a vederlo».
E cosa è scattato?
«Ho pensato che un ragazzo in sedia a rotelle all’interno di una casa come quella del Grande Fratello non si è mai visto finora. Mi è venuto in mente che sarebbe stata bella come idea proporre di poter portare qualcuno nella mia situazione, nello specifico io».
Cosa cambierebbe, secondo lei, per il pubblico?
«Una persona come me, potrebbe far vedere quali differenze ci sono tra chi cammina e chi no, le piccole difficoltà di tutti i giorni, rivoluzionare l’approccio alle discussioni, stimolare la riflessione e portarla verso rotte che finora non sono mai state esplorate».

17/03/2019 Roma, La7, trasmissione televisiva Non è l'Arena, nella foto Manuel Bortuzzo
Pensa che potrebbe servire a chi si trova nella sua situazione?
«La mia condizione è quella di tanti altri ragazzi come me, per questo ritengo sarebbe utile. Su certe materie esiste molta ignoranza, ma anche scarsa conoscenza, non per colpa di nessuno, ma perché fortunatamente questi casi non sono così frequenti. In questo modo le persone potrebbero vedere un giovane in sedia a rotelle in modo diverso, migliore. Potrebbero capire che può fare tutto e che siamo alla pari di tutti, certo, facendo dei discorsi corretti».
Una via per sensibilizzare la gente?
«Una volta ero il primo a non saperne nulla, ma questa potrebbe essere una vetrina per insegnare alle persone come si vivono certe situazioni, come “normalizzarle” come stare vicino a una persona come me. Oggi c’è ancora chi ti invita a casa ma non ha l’ascensore o ha degli scalini difficili da salire».
Vorrebbe cambiare l’approccio verso le persone come lei?
«Anche solo se cambi una persona hai raggiunto l’obiettivo, e non fa certo male. Ma non lo farei per me, io sono fortunato, vivo da persona fortunata, penso a chi non ha voce perché si trova a vivere situazioni tristi, lo farei per dar loro spazio attraverso, ripeto, una vetrina come quella del GF. Sarebbe bello».
Sono già intercorsi contatti?
«Stanno valutando, adesso il GF è finito, se ne parla il prossimo anno, bisogna capire pian piano che ruolo darmi, come fare concretamente»
In che senso?
«Beh, ovviamente non potrei mai vivere in una casa dove non c’è un bagno pensato per le mie esigenze, una doccia adatta, piccole cose che vanno messe in chiaro».
Come ha vissuto il secondo lockdown?
«Per me non è cambiato molto: il fisioterapista viene, gli allenamenti sono ripresi, lavoro in tivù, quindi vivo la situazione nel migliore dei modi lo stesso. Penso a chi sta peggio e mi ritengo fortunato».

Manuel con Bebe Vio
Come sta fisicamente?
«Combatto tutti i giorni per recuperare il più possibile, i miglioramenti ci sono, faccio quel che posso e dove non arrivo io arriverà la scienza, l’importante è stare bene, trovare l’equilibrio giusto per essere sereni e mantenersi in forma, sia fisica che psicologica, ma vale per tutti non solo per me».
Si sente portato per la tivù?
«Per niente. Sono molto timido, ma se le cose vengono fatte bene, passa tutto in secondo piano e mi sciolgo».
Chi vorrebbe con lei?
«Vorrei confrontarmi con giovani, meno giovani, influencer, per far capire che si può stra bene con tutti». —
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