Manzini, da Milano a Padova «L’eroina nemico numero uno»

Dall’olimpo delle investigazioni al vertice del comando provinciale dei carabinieri di Padova. Il colonnello Luigi Manzini, 44 anni, è il nuovo comandante della caserma di via Rismondo. Milanese d’origine, viene da lì, da Milano, dove ha diretto il Reparto operativo per un anno. Prima è stato a Napoli, Benevento, Bologna. Arriva a Padova con tanta esperienza, nonostante la giovane età, e con la visione ampia di chi ha vissuto e lavorato nella metropoli. Ha pochi dubbi su quello che sarà il suo mandato, al vertice del comando sotto le cui dipendenze ricadono cinque Compagnie, cinquanta Stazioni, mille uomini. In cima alla lista delle priorità per il colonnello Manzini c’è una parola: droga. E poi un’altra: eroina. Un cancro nel mondo dei giovani.
il monito
«La nostra generazione ha visto gli effetti nefasti che l’eroina ha sulle persone, i giovani che ne fanno uso oggi invece non hanno cognizione di causa» ragiona, durante la presentazione ufficiale al quinto piano del comando di via Rismondo.
Comandare il Reparto operativo di Milano significa avere una visione privilegiata su tutti i principali fenomeni criminali che interessano l’Italia di oggi. Sui traffici di droga, soprattutto. Sulle rotte, sulle tendenze. Il colonnello Manzini sa quali sono le emergenze che dovrà fronteggiare a Padova e sa anche come contrastarle. «A Milano abbiamo il bosco di Rogoredo che è la piazza di spaccio attualmente più grande d’Europa. Bisogna evitare che si creino situazioni come quelle. Sempre a Milano, ultimamente, si era diffuso il Fentanyl, un oppioide sintetico fino a 100 volte più potente della morfina. Quindi antenne alte anche sul fronte delle droghe sintetiche».
il fronte
Il nuovo comandante provinciale di Padova vede nella diffusione dell’eroina tra i giovani uno dei principali pericoli sulle strade della droga. I costi ridotti e la facilità di assunzione la rendono molto più fruibile di un tempo, con danni incalcolabili sulla salute. Lo stesso principio vale per le droghe sintetiche, quelle che si reperiscono a 20 euro a dose nei corridoi di una discoteca o semplicemente in piazza durante lo spritz. Padova, con i suoi 60 mila studenti, è una città attrattiva per questo mercato della morte e per chi ne muove i fili.
l’esperienza
Pochi giorni prima di lasciare Milano il colonnello Manzini si è dovuto occupare del caso dell’attentatore alla stazione centrale, che ha colpito alle spalle con le forbici il caporale scelto Matteo Toia, in servizio per “Strade sicure” gridando Allah akbar.
Sette mesi prima, in marzo, ha seguito le indagini sul dirottamento del bus dei ragazzi a San Donato Milanese.
Conosce le dinamiche della società multietnica, gli eccessi dei giovani, la criminalità da strada. Sposato, padre di due figli, vivrà in città con la famiglia. «Padova è una città stupenda, la difenderemo come merita», promette. —
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