Maratona, ecco tutte le storie e le curiosità sulla corsa
Le mille storie di chi vive la maratona con la voglia di andare oltre i propri limiti

PADOVA. Non ci sarà solo la sfida di cartello tra Chebet, Curzi e Tadese o quella tra Chepsoi e Iozzia, favorite della gara femminile, ma anche le tante sfide degli amatori che vivono il rito della maratona e della mezza maratona con lo spirito più bello, quello del volerci essere, per battere i propri limiti.
Francesca con le bacchette.
Francesca Cesaro, 36 anni, un marito e due figlie di 2 e 6 anni. Ci sarà anche lei da Camposampiero a camminare con le bacchette del nordic walking. Lo scorso anno ci ha impiegato 3 ore e 45 minuti. Teme fortemente il caldo, ma quest’anno vuole battere il suo record.
Donatella la fedelissima.
Abbiamo seguito la sua preparazione, Donatella Delogu è una fedelissima della maratona di Sant’Antonio avendo disputato tutte le precedenti 11 edizioni. Anche quest’anno ci sarà.
Luciano Morandin la maratona la corre all’indietro.
Disciplina nata come forma di riabilitazione per atleti colpiti da tendiniti o in fase di recupero dopo traumi, la corsa all’indietro (retrorunning) fa proseliti anche tra chi sta benissimo, perché sviluppa muscoli che normalmente non si usano e migliora la capacità di concentrazione. A Campodarsego ci sarà il padovano Luciano Morandin, 64 anni, pronto a farsela tutta... di spalle.
Don Leo, don Paolo e don «Spritz», ecco la disfida sacerdotale.
Indossano con la stessa disinvoltura la tonaca e le scarpe da corsa. Parliamo dei tre sacerdoti che saranno al via in questa edizione. Il primo è don Leopoldo Voltan, don Leo per tutti, parroco di Campodarsego: la maratona parte proprio dal suo paese e lui ha pensato bene di partecipare alla festa, debuttando in una 42 chilometri. In gara ci saranno anche don Paolo Formenton, della parrocchia Buon Pastore di via Tiziano Minio, vecchio amico della Maratona S.Antonio, e don Marco Pozza, il giovane vicentino che ha innovato il modo di predicare il vangelo guadagnando l’attenzione dei media nazionali, da cui è stato soprannominato «don Spritz».
I 42 supermaratoneti.
Requisito per entrare a far parte del gruppo l’aver corso almeno 50 maratone. Il gruppo è quello del Club Supermarathon e loro si presenteranno a Campodarsego ufficialmente in 42. Nell’anno del 150º anniversario dell’Unità d’Italia si presenteranno con lo stemma tricolore.
Il più vecchio, il più giovane.
Correre mantiene giovani. Lo sa bene Giuseppe Togni, nato a Mompiano (Brescia) il 20 settembre del 1926: è lui, con i suoi 85 anni (da compiere), il più anziano tra gli atleti al via. E non parliamo di un atleta qualsiasi: con oltre 700 maratone alle spalle fa anche lui parte del Club Supermarathon. In campo femminile, la palma spetta a Eleonora Bottazzo, trevigiana di Casale sul Sile, nata il 15 gennaio 1939. La più giovane è un’atleta della squadra di casa, Assindustria Sport: si tratta dell’azzurrina Letizia Titon, nata il 14 maggio 1992 e pronta all’esordio nella mezza maratona, dopo aver vestito la maglia della nazionale ai Mondiali di corsa in montagna e di cross. Nel settore maschile, c’è invece Davide Zoia, nato il 7 aprile 1993, trevigiano di Motta di Livenza.
Francesco e Gianluca, una sfida per due.
Francesco Canali e Gianluca Manghi dimostrano che la maratona si può correre anche in due. Francesco, che viene da Parma, è affetto da sclerosi laterale amiotrofica, e sarà spinto in carrozzina dal Gianluca. Tutti e due sono del ’68. Saranno invece un centinaio i podisti di Asla Onlus - appartenenti a diverse società sportive e volontari dell’associazione - che prenderanno parte alla mezza maratona al via da Camposampiero, spingendo cinque ammalati di Sla in carrozzina.
Dal Perù e da Hong Kong.
E’ una Maratona sempre più internazionale: in totale saranno al via atleti da 27 paesi e da quattro continenti. C’è addirittura chi arriva dal Perù, come Martha Kaik, podista del ’67 che proviene da Lima. E c’è pure qualcuno di Hong Kong, per l’esattezza Helen Poon, nata a Shen Shui nell’81. Il gruppo più numeroso è quello degli atleti sloveni, presenti con ben 24 elementi, mentre 11 podisti arrivano dagli Stati Uniti.
Santantonio? Corre.
Con un cognome come il suo, questa è per forza di cose la sua gara. Si chiama Biagio Santantonio, è nato nel ’74 e viene da Lecce. La Maratona S.Antonio non è esattamente dedicata a lui, ma di certo a Padova è il benvenuto.
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