Marco Marin accusa «Un diktat imposto senza trasparenza»

Entra nel merito dell'incorporazione, stana l'Amministrazione di centrosinistra e soprattutto difende gli interessi in Comune. Marco Marin, leader del Pdl cittadino, rappresenta l'altra metà di...
CARRAI - MARCO MARIN IN PIAZZA GARIBALDI - MARCO MARIN CARRAI - MARCO MARIN IN PIAZZA GARIBALDI
CARRAI - MARCO MARIN IN PIAZZA GARIBALDI - MARCO MARIN CARRAI - MARCO MARIN IN PIAZZA GARIBALDI

Entra nel merito dell'incorporazione, stana l'Amministrazione di centrosinistra e soprattutto difende gli interessi in Comune. Marco Marin, leader del Pdl cittadino, rappresenta l'altra metà di Padova: «Sabato saremo in piazza, quartiere per quartiere, proprio per informare la gente sul destino di un patrimonio pubblico che il sindaco Zanonato ha deciso di cedere. Una volta di più ha fatto...finta di fare. E si è adeguato a decisioni assunte da altri».

Qual è il vero “scandalo” della fusione di AcegasAps con Hera?

«Nell'estate 2011 proprio dalle colonne del mattino avevo lanciato il grido d'allarme sul debito accumulato da AcegasAps: 500 milioni di euro. Era fin da allora lampante che occorreva preoccuparsi delle verifiche contabili, dei riscontri concreti sugli investimenti e delle strategie industriali. In gioco, c'era - e c'è ancora - il patrimonio dei padovani rappresentati pro tempore da chi governa a palazzo Moroni. Ebbene, da oltre un anno è stato assordante il silenzio di Zanonato. Si è “risvegliato” solo per annunciare la fusione per incorporazione con Hera. La grande multiutility che si “mangia” la piccola e Padova che si ritroverà... con il 5% delle azioni».

Marin, cosa rimprovera alla gestione del sindaco?

«Osservo che Cosolini, appena eletto sindaco a Trieste, ha preteso massima trasparenza proprio sui conti di AcegasAps. Un esponente del Pd che si è assunto la responsabilità politica di tutelare gli interessi dei cittadini. Ora leggo che sempre a Trieste qualche dirigente Pd manifesta pubblicamente giudizi precisi sull'operato dell'amministratore delegato, voluto da Zanonato. A Padova tutti zitti? Va tutto bene così? Vorrei ricordare che a luglio, a Trieste, è stato convocato il consiglio comunale sul futuro di AcegasAps».

Però la fusione com’è stata prospettata alla Borsa appare inevitabile...

«A Padova, calata e imposta dall'alto. Dopo che sembrava altrettanto “inevitabile” l'intesa con i lombardi di Linea Group Holding, no? Ecco perché pretendevo che i padovani fossero informati sul “caso AcegasAps”. E oggi voglio capire se prima si sono espletate sul serio tutte le strade per costituire una sola, grande azienda nel Veneto. Qualcuno l'ha impedito? Bene: fuori i nomi».

Nessuno sconto politico, dunque?

«I cittadini non sono il Partito democratico che immagina di poter sbrogliare tutto (conflitti d'interesse compresi) nelle apposite stanze dei suoi Vip. E Padova pensava di avere un vero sindaco, non il “pontiere” dell'Emilia...»

Capitolo inceneritore: l'impianto di San Lazzaro che fine farà?

«Era una delle “eredità” di Amniup e Aps nella nuova azienda con Trieste. Per la terza linea della termovalorizzazione è stato investito un centinaio di milioni di euro, perché la Provincia ha disposto la chiusura delle discariche e San Lazzaro doveva garantire l'autosufficienza dell'intero territorio. Adesso, invece, rischiamo di diventare la “filiale” del business dei rifiuti di Hera che magari “ammortizza” così l'incorporazione dei debiti di AcegasAps».

Teme anche per le tariffe?

«La Tia, a Padova, è già aumentata del 20% negli ultimi tre anni. So bene che le tariffe dei servizi le decide l’Autority, ma dopo aver sentito i gestori. Chi assicura ai padovani che Hera in futuro non aumenterà le bollette di acqua, gas e asporto rifiuti?».

Marin, non è che date battaglia per qualche poltrona?

«Dal 2004, il centrodestra padovano è sempre rimasto fuori dal Consiglio di amministrazione della multiutility. E dal 2009 perfino la scelta dei nuovi “indipendenti” sta politicamente in capo a Zanonato, che ha nominato anche chi gestisce la società-cassaforte. Dunque, una gestione profilata dal sindaco che si sottrae con malcelato fastidio ad ogni verifica alla luce del sole. Ora Zanonato impone il diktat di Hera e “prenota” l’unico posto disponibile per Padova nel CdA di Bologna».

Ernesto Milanesi

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