Marianna Sandonà ha registrato l’audio del proprio omicidio con lo smartphone

Nessuna lite: l’ex convivente l’ha accoltellata a freddo poi l’ha insultata mentre agonizzava e ha quasi ucciso Zorzi
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MONTEGALDELLA. Marianna Sandonà ha registrato la sua morte, i suoi ultimi respiri e gli insulti dell’ex, che non accettando la loro separazione, l’ha uccisa, tentando di ammazzare pure se stesso: la donna, che abitava a Montegaldella e lavorava alla Dab di Mestrino, aveva tenuto il telefonino acceso in modalità registratore dentro una tasca, per precauzione: non si fidava dell’ex, Luigi Segnini, e per quell’appuntamento, fissato lo scorso 8 giugno per restituirgli degli effetti personali rimasti in casa sua, aveva chiesto al collega Paolo Zorzi, di Cervarese Santa Croce, di essere presente.

Tutto purtroppo inutile, perché Segnini, presentatosi all’appuntamento armato di coltello, ha ucciso Marianna con 19 coltellate, ferendo anche Zorzi, prima di rivolgere la lama contro se stesso. Quella registrazione non le ha salvato la vita, ma ha inchiodato il suo aggressore: nel file audio si sentono chiaramente i due che parlano tranquillamente: Marianna aveva stilato una lista precisa delle cose da restituire a Segnini, appunto per non dover incorrere in ulteriori discussioni.

Da quanto si può ascoltare tra i due non è scoppiato alcun litigio, pertanto Segnini non è esploso per un impeto di collera innescato da una discussione. È invece ormai pressoché assodata la premeditazione: lui a quell’appuntamento è arrivato con quel grosso coltello e con l’intenzione, chiarissima, di ucciderla e di farla finita a sua volta.

Si sente quando la colpisce, mentre si trovano davanti al garage, lei che urla, Zorzi che arriva in suo soccorso e le invocazioni di aiuto dell’uomo. L’aggressore torna quindi a infierire su Marianna, i cui respiri si fanno via via sempre più deboli fino a cessare del tutto.

Ma la collera dell’uomo non si è ancora placata e infierisce ulteriormente su di lei, urlandole «hai visto?» e insultandola persino. Rivolgerà quindi il coltello da sub su se stesso, provocandosi profonde ferite alla gola, nel tentativo di togliersi la vita.

Acquisite quindi le prove, tra cui il file audio, il pubblico ministero Hans Roderich Blattner ha chiuso le indagini, avviandosi quindi a chiedere il rinvio a giudizio di Segnini per omicidio e tentato omicidio aggravato dalla premeditazione, dai futili motivi e dalla crudeltà. Marianna Sandonà e Luigi Segnini si erano conosciuti alla Dab di Mestrino, dove la donna lavorava da tempo e dove lui era stato impiegato per un breve periodo. La loro relazione era evoluta in una convivenza, durata un paio d’anni e terminata in primavera, un mese prima dell’omicidio. Marianna temeva Luigi e per questo aveva chiesto al collega Paolo di essere presente mentre riconsegnava alcuni effetti personali al suo ex. Ma ogni sua precauzione è stata vanificata dalla furia dell’uomo. ––
 

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