Marina la biografa della trasgressione in casa Agnelli

Marina Ripa di Meana. Oggi sarà alla Lovat di Villorba
Marina Ripa di Meana. Oggi sarà alla Lovat di Villorba
«La donna che non riesce a rendere affascinanti i suoi errori è solo una femmina» sentenziava il solito folgorante Oscar Wilde. E la capacità di conferire alle vicissitudini della propria esistenza un'allure romanzesca è senz'altro una dote comune all'istrionica contessa Marina Ripa di Meana e al suo ultimo alter ego letterario, ovvero quella Virginia Bourbon Dal Monte Agnelli i cui brevi ed intensissimi 46 anni vengono ripercorsi nel volume Virginia Agnelli Madre e Farfalla (Minerva 2010), presentato ieri alla libreria Lovat di Padova.  E quest'oggi altra presentazione, sempre con l'autrice, alla Lovat di Villorba, alle 17. La biografia è stata redatta a quattro mani insieme alla giornalista ex inviata de L'Unità Gabriella Mecucci e con il decisivo supporto del marito Carlo Ripa di Meana, da sempre molto vicino alla cerchia della «royal family» torinese.  Ma quanto verosimilmente si somigliano la vulcanica Marina e l'emancipata e trasgressiva Virginia, madre dell'Avvocato più celebre d'Italia e dei suoi sei fratelli? «Abbiamo entrambe in comune una notevole dose di determinazione - racconta Marina, appena giunta a Padova da Roma - Con una caparbietà ed un'energia impensabili per quell'epoca Virginia tiene testa al suocero, Giovanni Agnelli senior, che voleva toglierle la patria potestà sui figli, e pur di mantenerla ricorre perfino all'aiuto di Mussolini: anch'io avrei fatto altrettanto. E poi sia io sia lei siamo capaci di leggerezza, frivolezza e amore per il lusso, ma al tempo stesso siamo donne pensanti ed impegnate nel sociale. Forse ciò che davvero ci differenzia è il rapporto con i rispettivi figli: i suoi la adoravano, mentre i miei conflitti con mia figlia sono storia nota» chiosa la contessa con una punta di malinconia. Per poi però aggiungere subito dopo - cuore di mamma - che tra le icone della femminilità contemporanea l'unica degna erede del fascino e del carisma di Virginia potrebbe essere proprio la sua Lucrezia.  Madri diverse, dunque, ma entrambe creature dall'esuberante vitalità sentimentale, Marina e Virginia, a tal punto che la relazione di quest'ultima con Curzio Malaparte suscitò a suo tempo la leggenda metropolitana che Edoardo Agnelli fosse in realtà figlio illegittimo dei due: «Dalle nostre fonti sembrerebbe un sospetto infondato - riferisce Marina - Sta di fatto che il senatore Agnelli, venuto a conoscenza della relazione, fece in modo che Malaparte fosse allontanato da "La Stampa"». Ma ripercorrendo le sfavillanti peripezie di Virginia, sorge il sospetto che ogni epoca abbia purtroppo i miti che si merita: che ne è di quel mondo aristocratico, colto e fascinosamente anticonformista nell'Italietta trucida del bunga bunga, degli Emanuele Filiberto, dei Corona e del Supercafonal dilagante? «Per carità - si lamenta la contessa - proprio ieri sera ero al Bolognese, che in teoria dovrebbe essere il ristorante romano meglio frequentato e invece era tutto una parata di escort. Ne sono uscita sconsolata, quasi sul punto di avere un attacco di depressione. Ma per fortuna ora sono a Padova».

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