Matteo Stuccilli nominato procuratore capo a Padova

PADOVA. È Matteo Stuccilli, 61 anni, il nuovo procuratore capo della Repubblica di Padova. L’ha deciso ieri alle 18.30 la Commissione incarichi direttivi del Consiglio superiore della magistratura (Csm), l’organo di autogoverno. L’attuale aggiunto l’ha spuntata tra 25 concorrenti. Ha ottenuto 18 voti, contro i 6 di Pasquale Drago e 2 astenuti.
«Provo una soddisfazione grande» assicura il magistrato «mi rendo conto del compito di responsabilità a cui vado incontro e spero di essere all’altezza del prestigioso incarico». La corsa allo scranno di procuratore capo era iniziata gli ultimi mesi dell’anno scorso. Mario Milanese, infatti è andato in pensione poche settimane fa. Sono state 25 le domande da tutta Italia per sedersi nell’ufficio più prestigioso della procura della Repubblica di Padova, al quarto piano della Palazzo di Giustizia di via Tommaseo. Tra i nomi più blasonati di quelli che hanno presentato domanda c’era il procuratore aggiunto di Brescia, Fabio Salamone, quello di Alberto Perduca, procuratore aggiunto di Torino, Carmelo Ruberto, all’epoca procuratore a Bassano del Grappa (tribunale cancellato dalla recente riforma governativa) e ora capo a Rovigo e per l’appunto Stuccilli, già aggiunto in procura a Padova. Stuccilli è nato a Brescia il 23 ottobre 1952 e cresciuto nel veronese dove ha iniziato come uditore.
È stato sostituto procuratore a Pordenone e poi sempre a Padova, ad eccezione del periodo tra il 1999 e il 2003 quando è stato in forza alla Distrettuale Antimafia di Venezia. Nella sua carriera vanno ricordate sicuramente le molte inchieste che ha coordinato che hanno smascherato una fitta rete di tangenti, ad esempio quelle che hanno riguardato mazzette pagate per licenze all’assessorato al Commercio di Palazzo Moroni. Era l’epoca di tangentopoli, vissuta a pieno dal magistrato, ormai ad ogni titolo, padovano. È stato lui a coordinare l’inchiesta sulle “valvole killer” le protesi difettose prodotte dalla ditta brasiliana Tri Technologies e impiantate nel petto di 34 pazienti, due dei quali sono deceduti per la rottura del meccanismo di pessima qualità, mentre gli altri sono stati costretti a rioperarsi. Stuccilli era riuscito come pubblica accusa a far condannare in primo grado (59 udienze durate dal 21 marzo 2005 al 9 giugno 2008) il professor Dino Casarotto, ex direttore del Gallucci e l’imprenditore Vittorio Sartori con un sostanzioso risarcimento a favore delle vittime, di ben 4.574.779 euro. Processo poi ribaltato nei successivi gradi di giudizio. Mario Milanese, ora sostituito da Stuccilli, era a Padova dall’aprile del 2008, dove aveva preso il posto di Pietro Calogero diventato procuratore generale in Corte d’Appello.
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