Mazzette sui lampioni, 10 anni e 10 mesi

TERME. Quattro condanne per complessivi 10 anni e 10 mesi e un’assoluzione per intervenuta prescrizione. Con questa sentenza si è chiuso (in primo grado) il processo per le tangenti alle Terme, innescato dall’inchiesta che, all’alba del 23 giugno 2016, aveva portato all’arresto di Luca Claudio, sindaco di Montegrotto prima e di Abano poi. Inchiesta sfociata in diversi tronconi. Pesante la condanna nei confronti di almeno due imputati, Saverio Guerrato, 56 anni, e il padre Luciano Guerrato, 84, legali rappresentanti della Guerrato spa di Rovigo, capogruppo nell’Ati (Associazione temporanea d’impresa) affidataria dell’appalto per il rifacimento degli impianti di illuminazione a Montegrotto: a loro sono stati inflitti 4 anni di carcere a testa per aver pagato una mazzetta di 120 mila euro ai due ex sindaci delle Terme (Luca Claudio e Massimo Bordin). Una mazzetta pari al 15% dei lavori in seguito all’aggiudicazione di un appalto pari a 15 milioni e 380 mila euro. Oltre alle spese, i Guerrato dovranno versare un anticipo di risarcimento di 80 mila euro, mentre il resto sarà definito con un’autonoma causa civile. Condannato anche l’ex consigliere comunale di Abano con delega ai Lavori pubblici Ermanno Pegoraro, 49 anni (due anni, le spese processuali e 700 euro di provvisionale subito esecutiva a favore del Comune di Abano, il resto da quantificare in un separato giudizio civile): era chiamato a rispondere di avere incassato una tangente di 1.100 euro e di aver preteso alcuni lavori su immobili di sua proprietà da un artigiano. Infine comminati 10 mesi, il saldo delle spese e 20 mila euro di provvisionale a favore del Comune aponense all’imprenditore bergamasco Giuseppe Biava, 52 anni, legale rappresentante di Aesys spa: l’industriale aveva collaborato con l’autorità giudiziaria. Per il reato di turbativa d’asta assolto (sia pure con la formula dubitativa in quanto la prova è insufficiente o contraddittoria) l’ex dirigente dell’Urbanistica dei due Comuni, l’architetto Patrizio Greggio, 70 anni di Abano; assolti per intervenuta prescrizione oltre a Greggio, pure i due Guerrato per aver taroccato la gara d’appalto milionaria per l’illuminazione pubblica vinta dall’impresa rodigina. Accolte in gran parte le richieste della pubblica accusa (il pm Federica Baccaglini) che aveva reclamato in totale 11 anni. L’avvocato Fabio Pinelli, difensore dei Guerrato, preannuncia ricorso in appello: «La sentenza non dà conto di quanto emerso nel processo, in particolare dell’assoluta regolarità della gara, bandita dal Comune di Montegrotto avente a oggetto il servizio di riqualificazione energetica, l’adeguamento normativo degli edifici comunali e degli impianti di illuminazione pubblica, che è risultata provata con certezza. Singolare che il Tribunale non abbia tenuto conto delle molteplici pronunce precedenti, che hanno descritto Luca Claudio autore non di corruzioni in accordo con gli imprenditori ma di concussioni in loro danno».
Soddisfatto, invece, il sindaco di Montegrotto, Riccardo Mortandello (il Comune si era costituito parte civile come quello di Abano): «Si tratta di una grande vittoria per il Comune di Montegrotto che, grazie al lavoro dei propri legali dello studio De Benetti, è riuscito a dimostrare l’illiceità di un appalto al di là delle apparenti regolarità formali. Il Comune agirà ora in sede civile: per la quantificazione dei danni ha diritto a ricevere già subito da Saverio e Luciano Guerrato 80 mila euro, oltre alla rifusione delle spese processuali». —
Cristina Genesin
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