Medicina a Treviso, è scontro La Regione ricorre alla Consulta

La Regione tira dritto. Il governo non recede di un passo? E non lo fa la giunta Zaia. «Il corso universitario parte regolarmente a settembre, con i 60 posti previsti», rilancia il governatore Zaia. La trattativa in extremis, fra Regione, ministero dell’Università e Mef è fallita. Non ci sono margini per l’accordo sulla nuova facoltà di Medicina e Chirurgia a Treviso, con tutti i suoi anni accademici.
Roma ha impugnato la legge regionale istitutiva del 20 aprile. C’è chi spera nel miracolo, come il dg dell’Usl 2, Francesco Benazzi: «Lo stop del governo mi lascia basito, spero che le cose si sistemino, confido nell’opera di Zaia e del rettore Rizzuto, il rapporto fra Treviso e Bo dura da 30 anni, abbiamo già gli ultimi tre anni di corsi e tirocinii in corsia, e ora primari docenti universitari». Ma il dado – dello scontro giudiziario – sembra tratto.
«Sul piano accademico si va avanti, sul piano tecnico giuridico ci prepariamo alla contesa davanti alla Corte Costituzionale», insiste Zaia, «L’impugnazione è un’onta, questa è una pagina di storia che continua la grande tradizione di Santa Maria dei Battuti, per non parlare dell’università di Padova, aperta dal 1222» .
La Regione va fino in fondo: «Vediamo cosa dirà la Corte, so che anche per l’autonomia ci avevano dato dei “matti da legare”, il referendum era impossibile e invece abbiamo vinto», conclude il governatore, «mi sembra fuori dal mondo che non possiamo investire sei milioni su nove miliardi di fondo sanitario regionale per il futuro del servizio sanitario pubblico. Roma non cede, dice che vanno spesi solo per le cure: ma formare chi le deve dare domani, quelle cure, non è sanità? Poi eccepiscono che ci insegnano anche fisici e matematici, non solo medici... Ma allora non posso comprare le siringhe perché possono essere usate da personale non sanitario? Io sono sereno, l’operazione Medicina a Treviso è messa in sicurezza, come Regione ci mettiamo la faccia, il Bo applica una legge della Regione. Ci rimettiamo alla corte e al buonsenso. Spero che la sentenza sia a nostro favore e dirimente, per tutti. In ogni caso, da Nord a Sud farà da spartiacque. Credo serva più elasticità, non stiamo mica sprecando denari pubblici: scusate, ma un investimento sulle Pfas non è salute pubblica? Anche l’ambiente richiede interventi».
Anche il sindaco Mario Conte insorge, dopo il fallimento della trattativa: «È incomprensibile l’atteggiamento del governo che sta negando al Veneto, a Treviso e a centinaia di aspiranti medici la possibilità di formarsi nella Marca», dice Conte, «siamo a fianco della Regione e del presidente Zaia in questa partita: l’ateneo rappresenta una grande possibilità di sviluppo per Treviso nella sua nuova dimensione universitaria, oltre che la sede perfetta per un polo accademico e di ricerca di eccellenza quale sarà la nuova cittadella della Salute». Dal centrosinistra, il capogruppo regionale del Pd, Stefano Fracasso invoca prudenza: «Serve una soluzione alternativa al finanziamento, il contenzioso con il governo non farà aprire le aule a settembre». —
A.P.
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