Mega terrazza sul grattacielo, Romi Osti condannato a demolire
L'editore di La9 aveva aggiunto due piani alla Torre Medoacense di Largo Europa, a Padova

La terrazza in cima all'edificio
PADOVA. Aveva aggiunto negli anni ben due piani, compresa una maxi terrazza bianca che poteva ospitare fino a duecento persone. La Torre Medoacense di Largo Europa 3 era infatti arrivata a contare quattordici piani dai dodici iniziali. Ma il tribunale di Padova, accogliendo il ricorso presentato da ben 41 condòmini, ha ora condannato l’imprenditore Roberto “Romi” Osti, editore del canale “La9” , a demolire l’enorme terrazza bianca, a ridipingere il tredicesimo piano di colore conforme a quello del fabbricato e a risarcire al condominio le spese legali e tecniche sostenute.

La Torre Medoacense
Si tratta di una vicenda giudiziaria che si trascina da anni. La Torre Medoacense, nata negli anni Cinquanta come casa albergo per studenti, è uno dei condomìni più noti del centro di Padova. Alto circa 50 metri, è stato realizzato dall’architetto Giulio Brunetta e ha un importante valore storico e architettonico, dato che i primi due piani si integrano fisicamente con le antiche mura medievali.

Romi Osti
La battaglia legale tra i 41 condòmini e Osti, titolare del gruppo Ostitel (che trasmette attraverso i canali del digitale terrestre La7, La8, La9, Arte Moda, Tele Donna e Tele Amica) inizia invece nel 2013 quando i residenti contestano le opere realizzate nel corso degli ultimi vent’anni dall’imprenditore. In particolare la costruzione del tredicesimo piano del fabbricato dipingendolo poi di colore giallo limone, e, sopra il tredicesimo piano, della terrazza idonea ad ospitare oltre 200 persone ancorata al fabbricato con una intelaiatura metallica bianca costituente il nuovo quattordicesimo piano dell’edificio.
I condòmini, rappresentati dall’avvocato Sergio Belloni Peressutti, contestavano in particolare che queste opere, caratterizzandosi come un’appropriazione di spazi comuni condominiali, erano abusive, non autorizzate, pericolose e soprattutto lesive del decoro del fabbricato.
E nei giorni scorsi il tribunale di Padova, con una sentenza del giudice Emanuela Marti, ha accolto il ricorso e condannato Osti a «ripristinare la situazione antecedente l’abuso mediante la demolizione della terrazza che costituisce il quattordicesimo piano», a risistemare gli spazi comuni illegittimamente alterati ed occupati al tredicesimo piano, ritinteggiando anche il corpo del fabbricato dipinto nel 2011 «di colore giallo limone, conformando il colore con quello del resto del fabbricato».
Si chiude così la lunga battaglia legale tra i condòmini della Torre Medoacense, giusto dieci anni dopo l’enorme incendio che aveva costretto l’evacuazione di settanta persone. In quell’occasione a provocare le fiamme era stato un incendio nel sottoscala e ad accorgersi del fumo era stato proprio l’editore-pittore Romi Osti che ha l’atelier (dove dipinge e conserva tele e colori) al tredicesimo piano. Sceso al pian terreno aveva provato ad aprire la porta dei contatori ma si era scottato una mano. Poi, insieme al portinaio e a un vigile urbano, avevano tentato di spegnere le fiamme con uno dei due estintori che erano disponibili in portineria e successivamente avevano chiamato i soccorsi.
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