MeloVita punta sul melograno tra snack, succhi e marmellate

PADOVA. Appena nati e già con un organigramma che si rispetti. La startup MeloVita fondata da cinque giovani, di cui quatto padovani e una vicentina, ha già le idee chiare e non solo per l’obiettivo...
PADOVA. Appena nati e già con un organigramma che si rispetti. La startup MeloVita fondata da cinque giovani, di cui quatto padovani e una vicentina, ha già le idee chiare e non solo per l’obiettivo di introdurre a Nordest una pianta presente in tutto il mondo per farne una coltivazione diffusa, anche per la produzione di frutti di melograno da sgranare e trasformare in snack bio, succhi e marmellate magari utilizzando come packaging le stesse bucce di scarto considerate ora un rifiuto da smaltire.


L’idea innovativa è venuta ad Andrea Barbetta 27 anni agricoltore padovano con la laurea in scienze agrarie che nella sua impresa ha coinvolto altri colleghi universitari, dello stesso settore come Atena Margola e di altri tipo Silvia Friso 24enne padovana con una laurea in comunicazione, la coetanea Elena Migliorini tecnologa alimentare che a sua volta ha coinvolto il fratello Fabio giovane imprenditore agricolo. Il fiore all’occhiello della gamma sarà una confezione di arilli (la parte edibile del melograno) pronta da mangiare.


Da più di un anno dal primo bando del nuovo concorso “Impresa per il futuro” di Coldiretti Veneto, che ha visto MeloVita vincere nella sezione startup, si può parlare di coltivazione vera e propria grazie ai dieci ettari di alberi che da settembre a novembre daranno la prima raccolta. Il progetto in cui hanno creduto i ragazzi è stato sostenuto dai Consorzi agrari d’Italia e si fregia anche dell’impegno di H-Farm per la costruzione del business plan, lo studio e le ricerche di mercato.


L’obiettivo della startup è la produzione di succhi, marmellate e snack bio sgranati per i circuiti della ristorazione, della grande distribuzione, delle “macchinette” e per l’industria farmaceutica e l’omeopatia viste le innumerevoli proprietà salutistiche del melograno. Per rendere più appetibile il prodotto ai consumatori i neo imprenditori hanno pensato anche ad una varietà con i semi morbidi per facilitarne l’impiego in cucina e nell’alimentazione in genere. La sperimentazione punta, inoltre, all’uso della buccia non più come scarto ma come riciclo per il packaging delle confezioni stesse.


«Idee vincenti come questa sono la linfa vitale della nostra agricoltura - afferma Federico Miotto, presidente di Coldiretti Padova - grazie a giovani preparati e intraprendenti, che sanno interpretare al meglio, con lo sguardo rivolto al futuro, le potenzialità delle nostre produzioni. Prima ci sono lo studio, la conoscenza, poi lo sviluppo dell’idea imprenditoriale, mettendo insieme competenze diverse. Un metodo di lavoro che non mancherà di dare buoni frutti».


(r.s.)




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