Meridiana dimenticata la più grande d’Europa

ABANO TERME. Il giorno più lungo dell’anno sarà “raccontato” oggi in diretta dall’astronomo Salvador Condè ai visitatori della Meridiana di piazza del Sole e della Pace, il più grande orologio solare d’Europa. Sicuramente unico nel suo genere, da questa notte all’1,05 indica l’inizio del Solstizio d’estate. La Meridiana, realizzata sedici anni fa in marmo policromo, è stata ideata dallo stesso Condè, progettata dall’architetto Giulio Genta e realizzata nel 1996 dallo gnomonista Giovanni Paltrinieri e dall’impresario Miro Mazzuccato. «Tanti turisti arrivano da me ogni anno per chiedere informazioni» esordisce l’astronomo aponense «anche se ho la veneranda età di 94 anni non mi sento di rinunciare a spiegare a tutti il funzionamento della Meridiana e il percorso filosofico e astronomico che vede protagonisti il sole, il cielo, la stella polare e il trascorrere della nostra vita. Sono inseriti nello spazio e nel tempo, e questo indica il nostro limite nei confronti del mistero dell’universo». I quattro gli elementi che costituiscono l’universo, l’acqua, l’aria, il fuoco e la terra, sono rappresentati, incisi nel marmo, collegati da un gioco geometrico di linee e cerchi che portano alla siccità, all’umidità, al calore e al freddo. La Rosa dei venti riporta poi un’ incisione che, attraverso un’equazione, guardando la posizione del sole, pernette di calcolare l’ora locale. Il blocco centrale in marmo, lo “gnomone” è l’indicatore della Meridiana e reca raffigurati nei lati Pietro D’Abano e Galileo Galilei, entrambi legati alla storia della città termale. «Galilei aveva la casa a Padova ma veniva spesso ad Abano e acquistava la carne da un macellaio che aveva bottega proprio davanti al Duomo» continua Condè, memoria storica aponense «Abbiamo un patrimonio storico e culturale molto elevato e viene poco valorizzato. Nel sito del Comune alla Meridiana viene didicata una riga. Ho chiesto poi all’amministrazione di cercare qualche giovane a cui possa trasmettere la mia esperienza e il mio sapere» chiosa l’astronomo «affinchè lui stesso possa descrivere ai turisti le nostre eccellenze. Peccato che ancora nessuno mi abbia risposto»..
Sergio Sambi
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