Mestrino, ordine di abbattere la tettoia abusiva dell'ex assessore

Il provvedimento dell’Ufficio tecnico comunale pone fine alla disputa che era diventata anche un caso politico. Lucio Artuso ha tre mesi di tempo per eseguirei lavori altrimenti rischia la confisca
BELLUCO.ABUSO EDILIZIO ARTUSO LUCIO MESTRINO
BELLUCO.ABUSO EDILIZIO ARTUSO LUCIO MESTRINO

MESTRINO. Lucio Artuso deve abbattere la tettoia abusiva costruita a casa sua. L’ordinanza emessa dall’Ufficio tecnico è chiara: se tra tre mesi tettoia e pilastri non spariranno, l’area su cui sorgono diventerà di proprietà comunale.

Si conclude così la vicenda dell’abuso edilizio che è costato all’ex assessore ai Lavori pubblici l’incarico amministrativo e ora anche i soldi spesi e le opere già realizzate nella sua proprietà. Ma tant’è. Dal momento che i lavori, come precisa l’ordinanza di abbattimento emessa dal responsabile dell’Ufficio tecnico, sono diversi dai progetti presentati, sono stati realizzati senza permesso e non è stata presentata alcuna richiesta di sanatoria, per tutti questi motivi, appunto, la costruzione deve essere smantellata. Nello specifico si tratta di abbattere l’ampliamento di 182,50 metri di superficie, l’aumento in altezza di un metro e sei pilastri che dovevano sostenere la tettoia su cui issare dei pannelli fotovoltaici.

Artuso, in occasione dell’ultima seduta del Consiglio comunale, aveva presentato una sua «memoria difensiva» sulla vicenda. Il permesso a costruire lo aveva richiesto nel 2007, ma i lavori al sottopasso ferroviario di Lissaro avevano chiuso la strada e impedito l’accesso ai camion per eseguire le opere a casa sua. Aperto il sottopasso un anno fa, aveva presentato al Comune la Dichiarazione di inizio attività: nonostante gli uffici gli avessero richiesto di aggiungere alcuni documenti, prima di dargli parere favorevole a iniziare a costruire, lui non li ha presentati ritenendoli superflui ed è andato avanti, anche perché a marzo di quest’anno scadeva la concessione edilizia.

Tutte queste spiegazioni non hanno convinto le opposizioni, che hanno sottolineato come Artuso avrebbe potuto chiedere un rinnovo di altri tre anni della concessione.

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