«Mi aveva chiesto di guidare ma dovevano essere due minuti»

la lettera
«Erano quasi le 23 e ci siamo ritrovati in una strada non trafficata... Lì Mattia, dopo aver affermato di guidare spesso con suo padre, appoggiato da Nicola e Ale, anche se è ovviamente mia responsabilità avergli permesso di guidare, si è messo alla guida». Sono le parole di Francesca Volpe, all’epoca ventunenne, in una lettera inviata alla Procura il 14 ottobre 2005, in cui ripercorre anche gli attimi prima dell’incidente. «Alle 19 del 5 aprile Nicola e Mattia si sono avviati verso il Duomo per lasciare a casa i motorini», ha ricostruito la ragazza, «io e Alessandro li abbiamo raggiunti lì... Alle 21.30 ci siamo fermati a mangiare un tramezzino e a bere qualcosa nel primo baretto che abbiamo trovato lungo la strada...Gli altri avevano una cena alla Posada a cui contavano di arrivare. Circa alle 22.30 siamo riusciti ad arrivare al Filippin dove Vittorio ci aspettava da parecchio». La Volpe passa poi alla ricostruzione degli attimi antecedenti lo schianto. «Davanti eravamo in tre», aggiunge la ragazza che era affidataria della Ford Fiesta di proprietà del padre, «Mattia alla guida, io e Alessandro nel posto a fianco al guidatore (dovevano essere giusto due minuti di scambio alla guida...), Nicola e Vittorio dietro. Subito dopo aver passato un incrocio in cui è avanzata una macchina sulla destra, Mattia ha perso il controllo e purtroppo dopo la frase di Nicola “Tinda che c... stai facendo” non ricordo più nulla». —
G.B.
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