«Mi sono rovinato con il gioco»

Parla Nicola Chieregato, broker assicurativo che ha sperperato 700 mila euro. Ora fa il cameriere
20081220 - ROMA - ECO : CRISI SI SENTE ANCHE NEI CASINO', PUNTATE MINIME PIU' BASSE. La roulette su un tavolo di un casino' in un'immagine d'archivio del 26 dicembre 2005. La crisi si sente anche al Casino' di Sanremo che ha diminuito le puntate minime ad alcune slot machines: i gettoni minimi sono passati da 25 a 5 centesimi. Ma a Montecarlo si puo' giocare anche con mezzo centesimo. La scelta di contrarre la puntata coincide con le richieste della clientela che apprezza sia le vincite piu' frequenti che i gettoni a prezzi contenuti, che consentono di giocare piu' a lungo con una spesa inferiore. ''E' la nuova tendenza dei Casino' italiani ma anche francesi - spiega Paolo Giovannini, responsabile dell'Ufficio Strategie per il gioco - una tendenza che ha visto il Casino' di Sanremo tra i capofila del cambiamento. Gia' da mesi abbiamo calmierato il prezzo del gettone base promuovendo prima i 10 centesimi e poi il gettone da 5 centesimi''. ANSA / ARCHIVIO / DAN ANDERSON / PAL
20081220 - ROMA - ECO : CRISI SI SENTE ANCHE NEI CASINO', PUNTATE MINIME PIU' BASSE. La roulette su un tavolo di un casino' in un'immagine d'archivio del 26 dicembre 2005. La crisi si sente anche al Casino' di Sanremo che ha diminuito le puntate minime ad alcune slot machines: i gettoni minimi sono passati da 25 a 5 centesimi. Ma a Montecarlo si puo' giocare anche con mezzo centesimo. La scelta di contrarre la puntata coincide con le richieste della clientela che apprezza sia le vincite piu' frequenti che i gettoni a prezzi contenuti, che consentono di giocare piu' a lungo con una spesa inferiore. ''E' la nuova tendenza dei Casino' italiani ma anche francesi - spiega Paolo Giovannini, responsabile dell'Ufficio Strategie per il gioco - una tendenza che ha visto il Casino' di Sanremo tra i capofila del cambiamento. Gia' da mesi abbiamo calmierato il prezzo del gettone base promuovendo prima i 10 centesimi e poi il gettone da 5 centesimi''. ANSA / ARCHIVIO / DAN ANDERSON / PAL

«Il gioco d’azzardo era diventata una febbre, non riuscivo più a controllarmi. I fatti di cui mi si accusa risalgono a tre anni fa e ho ammesso le mie responsabilità davanti al giudice. Mi risulta che le persone a cui sono mancati dei soldi siano state coperte e risarcite dalla stessa compagnia assicurativa. Ora lavoro come cameriere part time in un locale della zona, e spero di ripartire con la mia vita dopo il processo».

Nicola Chieregato, l’uomo che ha dissipato 700 mila euro dei suoi clienti al casinò si passa la mano sui capelli mentre la madre, vicino a lui, piange in silenzio davanti alla casa dei genitori, costruita dal padre a Sambruson dopo una vita di sacrifici.

Chieregato, 39 anni, fino a qualche anno fa era subagente per la compagnia Assitalia di Castelfranco con ufficio distaccato a Carmignano di Brenta. In due anni secondo le accuse, avrebbe dissipato un patrimonio di almeno 700 mila euro non suo, sui tavoli da gioco del Casinò di Venezia. I soldi che spendeva però erano quelli dei premi che decine di persone hanno pagato per polizze sulla vita o integrative. È stato denunciato per appropriazione indebita e truffa aggravata in concorso con la convivente e la madre, che si sono trovate invischiate in questa vicenda perché lui ha intestato loro più di un assegno (forse a loro insaputa), in modo da eludere i controlli.

Ad accorgersi che qualcosa non andava era stato l’agente generale di Ina Assitalia Giambattista Coletti. Ha controllato se i premi delle polizze di Chieregato fossero stati versati e si è accorto degli ammanchi. Da qui si è fatto il calcolo dei soldi spariti e si è arrivati ad una cifra non inferiore a 700 mila euro che è stata pagata ai clienti da Ina, ripianando i buchi.

La mamma non riesce più ad arginare le lacrime: «Nicola», spiega davanti al figlio, «era come un tossicodipendente. La febbre del gioco lo ha talmente preso, non sapeva più cosa faceva. Sentiva solo che doveva continuare a giocare». A differenza di tanti altri casi, in casa Chieregato nessuno nega le colpe. Gravi.

«Abbiamo spiegato al giudice», dice la mamma, «tutto quello che era capitato. Per noi come genitori è un dolore grandissimo».

Alessandro Abbadir

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