Michela Cescon saluta il cast dei Braccialetti Rossi: «Non sarò più mamma Piera»

TREVISO. Michela Cescon torna nella sua Treviso e pone una prestigiosa griffe attoriale alla rassegna "Teatro in Villa". L'attrice, interprete del "teen drama" televisivo "Braccialetti Rossi" e già vincitrice del David quale migliore protagonista nel film "Romanzo di una strage" di Giordana, sarà protagonista sabato sera all'auditorium della Provincia di Treviso, con lo spettacolo dal titolo "Non potendomi arrampicare sulle nuvole, presi per le colline".
Di che si tratta?
«Ho preso in prestito il titolo da una frase di Vitaliano Trevisan che compare nella raccolta Shorts del 2004." E il resto? "Tra italiano e dialetto ho messo assieme tre racconti di Trevisan, interprete eccellente dell’attitudine emotiva al paesaggio locale, alcune poesie in dialetto di Andrea Zanzotto con il quale, assieme a Marco Paolini, ho lavorato nel 2000 al progetto "Piave muscolo di gelo…", dei versi in veneziano di Luisa Zille, un personaggio straordinario scomparso nel 1995, che ha lasciato, tra l'altro, due raccolte che mi hanno davvero emozionato e fatto riflettere: "Eco" e "Zoghi de fogni" entrambe edite da Marsilio. L'ho trovata poetessa di rara intensità, tra sonorità aspre e tumulto di sensazioni. Non mancherà un affondo nella poetica di Calzavara».
Come affronta, lei attrice d'indole teatrale, il grande successo televisivo di "Braccialetti Rossi”?
«Se devo dire la verità mi è piovuta addosso una popolarità che mi dà quasi fastidio. A Roma, dopo vent’anni di carriera, mi pare di essere solo la mamma di Rocco. La cosa non mi entusiasma, specialmente se sono in tram con i miei bambini Angelica, Violetta, Giovanni e vieni indicata "toh! la mamma di Rocco." Non c'è catarsi artistica, non si riesce a distinguere tra interprete e personaggio».
Continuerà a interpretare il ruolo di mamma Piera nelle nuove serie della fiction?
«Penso di no, anche se l’essere guidata in cabina di regia da Giacomo Campiotti è stato davvero un arricchimento professionale importante».
Si è scherzato sul suo cognome di matrice dialettale, un po’ ingombrante per chi aveva deciso di fare l'attrice. ..
«Sì, lo volevo cambiare ma quando lo dissi a Luca Ronconi, alla cui scuola di Torino mi sono diplomata, lui tagliò corto: tienilo, è bello, è un cognome da cantante lirica. Un cognome importante. E così sono rimasta Michela Cescon».
Lo spettacolo di Treviso?
«È la sintesi della nostalgia che io ho per la mia terra d'origine, soprattutto la nostalgia delle colline e quando Gigi Mardegan, organizzatore di "Teatro in Villa", mi ha invitato per una serata a Treviso ho sentito il desiderio profondo di avvicinarmi al paesaggio, di tornare alla terra, alle colline, perchè del Veneto, lasciato vent'anni fa' per seguire la mia professione, quello che mi manca di più è questo: il paesaggio, in special modo quello trevigiano, traccia fondamentale per delineare le mie malinconie, un'impronta sul corpo».
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