L’Università di Padova accoglie un ricercatore e una studentessa palestinesi. Bernini: «Un orgoglio»

Il ricercatore Sabra Mahmoud e la studentessa Ayah Altarhawi potranno continuare le rispettive carriere a Padova, dove avranno anche vitto e alloggio

Marta Randon
La Ministra con la rettrice
La Ministra con la rettrice

«Il ricercatore palestinese Sabra Mahmoud e la studentessa Ayah Altarhawi fanno parte del gruppo che ha aperto il primo corridoio universitario del mondo» ha detto la ministra Anna Maria Bernini che questa mattina, al Bo, ha incontrato la stampa con il docente e l’universitaria, arrivati giovedì dalla Striscia di Gaza.

«Un lavoro di squadra, frutto di grande collaborazione. Un’opportunità bellissima ed emozionante che mi riempie di gioia e di orgoglio - ha sottolineato la Ministra -. Ringrazio l’Università di Padova, l’unità di crisi della Farnesina , la protezione civile».

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«Abbiamo condiviso il privilegio e l’opportunità di mettere a disposizione formazione, vitto e alloggio; il professor Mahmoud potrà condividere la conoscenza con noi, anzi sarà molto importante fare contaminazione».

«Essere qui per me è un’opportunità straordinaria, ringrazio tutti, penso però a mio figlio che è rimasto in Palestina» ha dichiarato il ricercatore in Economia. La Ministra è andata personalmente ad Amman, capitale della Giordania, ad accogliere Sabra e Ayah: «Viaggiavano da tre giorni, erano stremati, ma felicissimi. E’ stata una delle esperienze più toccanti della mia vita».

Fino ad oggi sono arrivati in Italia 39 tra docenti e universitari, distribuiti in 15 Atenei. A disposizione ci sono altre 117 borse di studio. Sul tavolo ci sono già i nominativi di 5 studenti pronti a raggiungere Padova. «Ci aspettiamo almeno altri due arrivi questa settimana- annuncia la rettrice Daniela Mapelli - e altri nelle prossime settimane. Se ne arriveranno in più siamo a disposizione per aggiungere fondi».

«Anche il Governo è a disposizione» le ha fatto eco la ministra. «I veri problemi non sono trovare i soldi per le borse di studio ma farli uscire dalla Striscia» ha continuato la rettrice. Gli alunni sono stati selezionati dall’Università di Padova: «Non è stato facile, i nostri collaboratori si sono trovati di fronte a situazioni strazianti». Sono azioni concrete: «Vogliamo continuare a formare docenti e studenti perché poi queste persone tornino per costruire la nuova Palestina» ha detto Bernini.

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«Ayah e Sabra hanno lasciato le loro famiglie a Gaza. Il mio impegno è di portarle in Italia - ha sottolineato la Ministra -. È un impegno che mi sono presa e voglio mantenere la promessa. Nessuno si salva da solo. Bisogna continuare così unendo le forze».

Governo e università lavorano da più di un anno a questo progetto. «Quello che stiamo facendo è un doveroso atto di partecipazione, vicinanza e supporto al popolo palestinese - ha detto Bernini -. Ora stiamo cominciando a vederne gli effetti concreti».

La ministra ha chiuso commentando le manifestazioni pro-pal dei giorni scorsi. «Sono legittime ed importanti, ma non si deve mai superare la soglia della violenza, distruggere vetrine e picchiare le forze dell’ordine non aiuta in alcun modo il popolo che soffre».

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