Monselice, calvario ospedaliero per la puntura di medusa

Il braccio fa male, i farmaci provocano reazioni sgradevoli ma per la visita dermatologica si devono aspettare quattro giorni
I segni rimasti sul braccio del doloroso contatto in mare con una medusa a Jesolo
I segni rimasti sul braccio del doloroso contatto in mare con una medusa a Jesolo

MONSELICE

Prima la “puntura” della medusa, poi la pomata che non funziona, la cura poco efficace del medico e il ricorso al pronto soccorso, che però rimanda a una visita lontana ben tre giorni.

Ci pensa l’ospedale di Padova a risolvere il calvario di un ventunenne monselicense, A.T., che racconta così la brutta esperienza vissuta a partire da sabato scorso. «Ero in vacanza a Jesolo e al primo bagno sono entrato in contatto con una medusa, sul braccio sinistro e su parte dell’addome» spiega il giovane «Ho sentito un forte dolore, braccio e addome si sono arrossati e il prurito non se andava».



Sintomi, questi, purtroppo frequenti quando si ha la sfortuna di incappare in una medusa. Il ventunenne si è quindi recato nella più vicina farmacia e, su consiglio del farmacista, ha acquistato una pomata a base di cortisone. Il dolore tuttavia non ha fatto che aumentare e così il giovane ha sospeso la vacanza e se n’è tornato a casa.

Lunedì si è quindi presentato dal medico di base: «Non sapendo bene come intervenire, il medico ha contattato il Centro Antiveleni di Padova. Lo specialista che ha risposto ha indicato di prescrivermi una terapia urgente a base di antibiotico, cortisone, antistaminico, oltre ai fermenti lattici. A mezz’ora dall’assunzione dell’antibiotico, però, ho dovuto fare i conti con vomito, sudorazioni e brividi».



Da qui la necessità di ricorrere al pronto soccorso di Schiavonia, senza sapere se quelle erano le conseguenze di un’intolleranza alle medicine o gli effetti del contatto con la medusa: «Dopo quattro ore di attesa sono stato visitato. Mi è stato detto di interrompere la terapia prescritta dal medico di base e di attendere la visita dermatologica. Che, per mio gran stupore, mi è stata fissata per venerdì 17 agosto: avrei dovuto aspettare quattro giorni in quelle condizioni!».

Da qui l’alternativa, inevitabile: «Anche grazie all’aiuto del personale ospedaliero, ho contattato il pronto soccorso di Padova, che mi ha invitato a presentarmi alle 8 del giorno dopo, 14 agosto, per la visita con un dermatologo».

Visita effettuata puntualmente: al giovane monselicense è stata sospesa la terapia del medico di base e ne è stata prescritta una nuova.



«È possibile che per una semplice diagnosi dermatologica si siano dovuti spendere così tanti soldi e sia stato necessario così tanto tempo?» denuncia il padre del ventunenne, ovviamente in ansia nel vedere il figlio alle prese con i dolori e nell’incapacità di venire a capo della situazione «Mio figlio stava evidentemente male eppure senza problemi gli è stato chiesto di aspettare tre giorni per una semplice visita. Anche solo ragionando economicamente, abbiamo speso 20 euro di farmaci prescritti dal medico di base, 48.50 euro per il pronto soccorso di Schiavonia e 45 per quello di Padova, oltre ad altri 17 per le medicine prescritte dai medici di Padova. Fanno oltre 130 euro. E chi non ha i soldi cosa fa?». —

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