Monselice, stazione senza ascensori per disabili: Rfi prende tempo

MONSELICE. «Non abbiamo nemmeno il diritto di prendere un treno nella stazione a noi più comoda, i disabili sono sempre gli ultimi, siamo messi da parte perché abbiamo delle esigenze che danno fastidio»: così parla Fabrizio Fracassi, presidente dell’associazione onlus “noi amici della pesca per la sclerosi multipla” di Monselice. L’amarezza di Fracassi arriva a seguito della risposta negativa di Rfi alla richiesta di dotare la stazione ferroviaria di Monselice di una sala blu per consentire alle persone in sedia a rotelle di poter accedere ai treni.

«Per qualsiasi spostamento dobbiamo farci accompagnare alla stazione di Padova o a quella di Rovigo, difficili da raggiungere per tempo e traffico, mentre la stazione di Monselice sarebbe un ottimo nodo di transito per tutte le persone con disabilità della Bassa Padovana», spiega Fracassi. «Dato che c’è un progetto di ammodernamento della stessa, mi aspettavo che non fosse così impossibile poterla dotare di due ascensori per accedere al 2° e 3° binario, dato che al 1° ci possiamo accedere senza problemi».
Rfi invece non prende in considerazione l’idea proposta e risponde in una nota scritta che «a causa dell’assenza degli ascensori in stazione, sarebbe necessario eseguire il cosiddetto “provvedimento di circolazione” per ricevere i treni, per entrambe le direzioni, sul primo marciapiede e nei prossimi anni, previa disponibilità delle risorse economiche da parte dello Stato, la stazione sarà oggetto di lavori infrastrutturali che ne garantiranno la piena accessibilità».
Per il presidente la risposta è evasiva: «Hanno risorse economiche per fare mega strutture, ma qui non possono costruire due ascensori per aiutare i disabili. Ho sempre pagato le tasse e farei a meno della mia disabilità, ma dal momento che ce l’ho ed ho dato il mio contributo economico, mi aspetto che ci siano risorse ed attenzioni per aiutarmi a vivere una vita quanto più normale possibile. Ho solo chiesto di poter prendere un treno anche se sono in sedia a rotelle».
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