Rumori fino a tardi, il bar Havana costretto dal Comune a chiudere alle 19
Ennesima trasgressione fatale al locale di viale Stazione a Montegrotto. Il gestore: «I vicini non hanno mai accettato le mie serate»

Il bar Havana Café di viale Stazione a Montegrotto Terme dovrà abbassare le serrande alle 19 fino alla fine dell’anno. Lo ha deciso l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Riccardo Mortandello, che nei prossimi giorni notificherà il provvedimento al titolare del locale, dopo una lunga serie di segnalazioni e interventi delle forze dell’ordine per violazioni del regolamento comunale sulla quiete pubblica.
La vicenda inizia nella primavera 2024, poco dopo l’apertura del locale. Ad aprile e maggio la polizia locale e i carabinieri effettuano i primi controlli, consegnando il regolamento e diffidando il titolare al rispetto delle norme sull’inquinamento acustico. Segue la richiesta di una valutazione di impatto fonometrico.
Nei mesi successivi i residenti presentano petizioni contro la musica ad alto volume protratta oltre le 23.30. A settembre il questore di Padova sospende per un mese la licenza di somministrazione di cibi e bevande.
Nonostante ciò, nel 2025 continuano le segnalazioni: i carabinieri registrano episodi di degrado, come avventori ubriachi che urinano e vomitano nelle aiuole o parcheggi selvaggi, mentre l’Arpav accerta il superamento dei limiti sonori.
A maggio 2025 la polizia locale sanziona il locale due volte: una per musica oltre i limiti e una perché, alle due di notte, risultava ancora aperto con oltre 30 clienti. Da qui l’avvio del procedimento che ha portato alla chiusura anticipata.
«Nei prossimi giorni», spiega Mortandello, «sarà notificato il provvedimento che impone l’apertura dalle 8 alle 19. È necessario tutelare la qualità della vita urbana: la salvaguardia dei cittadini e dei turisti va di pari passo con la gestione degli esercizi commerciali».
Il titolare, Angelo Alvarez Lopez, di origini italo-cubane si dice amareggiato: «Volevo creare un punto di ritrovo allegro per la città. Purtroppo i cittadini non hanno mai accettato le mie serate.
Con gli orari ridotti diventa insostenibile. Lavoro qui per me e per la mia famiglia, per i miei figli. Se la situazione continuerà sarò costretto a chiudere e trasferirmi, forse a Veggiano, per realizzare il mio progetto».
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