Montegrotto, tassa di soggiorno mai versata: all’hotel Commodore un conto da 232 mila euro
I proprietari dell’albergo non hanno saldato l’imposta dal 2013 al 2017: la Corte dei Conti ora li obbliga al pagamento

MONTEGROTTO. La crisi economica non ha lasciato grandi alternative: con i soldi rimasti in cassa, i titolari hanno preferito pagare dipendenti, previdenze e debiti. Questa, almeno, è stata la difesa dei diretti interessati.
A quattro anni dalla segnalazione alla Corte dei Conti da parte del Comune di Montegrotto Terme, gli ex gestori dell’Hotel Commodore sono stati condannati a versare la tassa di soggiorno mai corrisposta all’ente comunale dal 2013 al 2017.
E non una cifra da poco: 231.700 euro, di cui oltre 47 mila a carico del gestore Terme Delta Hotel srl (società dichiarata fallita nel marzo 2019) e poco più di 184 mila a carico di Daniela, Antonella, Antonio e Roberta Martelli della Terme Marconi snc, proprietari della struttura alberghiera di Montegrotto e soci della Terme Delta Hotel.
La vicenda parte appunto il 13 giugno 2017, quando il Comune segnala alla Corte dei Conti l’omesso riversamento alla tesoreria comunale delle somme che l’Hotel Commodore di via Pio X ha introitato come tasse di soggiorno. L’imposta di soggiorno, come è noto, è una tassa di carattere locale applicata a carico delle persone che alloggiano nelle strutture ricettive di località turistiche o città d’arte: ogni struttura, a fine anno, deve riversare quanto riscosso al Comune.
In un arco temporale particolarmente ampio – dal 2013 al 2017 – gestori e titolari del Commodore hanno riversato solo parzialmente l’imposta di soggiorno: sono infatti registrati due versamenti imputabili rispettivamente al primo bimestre e a una parte del secondo bimestre del 2013.
I diretti interessati si sono difesi sottolineando che l’omesso versamento dell’imposta di soggiorno non era da ricondurre ad una decisione dolosa, ma all’impossibilità dell’azienda di superare la fortissima crisi che aveva caratterizzato l’intero comparto turistico della zona termale euganea e che ne aveva successivamente determinato il fallimento. La necessità di sopperire alla mancanza di liquidità aveva comportato l’utilizzo di quanto percepito a titolo di tassa di soggiorno per pagare tributi e contributi previdenziali delle retribuzioni del personale dipendente.
La Corte dei Conti, a fronte di una responsabilità collettiva della società che gestiva l’albergo (la Terme Delta Hotel) ha distribuito l’onere del versamento dell’imposta a tutti e quattro i soci della famiglia Martelli. Si legge nella sentenza della Corte dei Conti, pubblicata qualche settimana fa: «II collegio rileva che i gestori della società convenuta, e quindi gli amministratori della stessa, nel riscuotere la tassa di soggiorno hanno avuto il ruolo e la funzione di agenti contabili della riscossione per il Comune di Montegrotto Terme, in quanto le somme ricevute a questo titolo hanno natura pubblica e trovano giustificazione nel rapporto di servizio con il Comune di Montegrotto».
«Diversamente da quanto avviene per il pagamento di altri debiti verso l’erario o verso i dipendenti a cui la società provvede con le provviste proprie, per quanto riguarda l’imposta di soggiorno non si tratta di un pagamento ma di un riversamento di somme che rimangono di proprietà pubblica».
E se è vero che i proprietari del Commodore hanno ammesso di aver usato quei soldi per pagare altri debiti, è anche vero – secondo i giudici – che quella affermazione di fatto rappresenta un’ammissione di responsabilità sulla quale non si può transigere.
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