Morì a 33 anni in crociera Il pm chiede l’archiviazione

Secondo la procura non ci sono responsabilità da parte del personale sanitario per la morte di Matteo Sartori, il 33enne originario della frazione di Arzerello e macchinista di Sistemi Territoriali, deceduto dopo una breve agonia. Era caduto lungo la scaletta tra due piani della nave da crociera “Magnifica” della Msc durante una vacanza. Ecco perché il pm Marco Brusegan ha chiesto l’archiviazione dell’indagine. Ma la famiglia non ci sta. E, tutelata dall’avvocato Omar Bottaro, ha deciso di opporsi alla richiesta: l’istanza sarà deposita tra qualche giorno, poi verrà fissata un’udienza per discutere la questione davanti al giudice chiamato a decidere.
Lo scorso settembre la famiglia aveva trasmesso in procura un esposto con una serie di richieste. Tra queste: interrogare l’hostess della Msc che aveva trovato l’ospite sanguinante e privo di sensi tra la scaletta del decimo e dell’undicesimo piano della nave dove Matteo, mentre stava rientrando in cabina, era caduto intorno alle 23 del 6 settembre riportando una doppia frattura alla base cranica. Frattura che provocò un’emorragia sia epidurale che subdurale in base a quanto emerso dall’autopsia. Agli atti risulterebbe che la dipendente della compagnia non sia stata trovata. Inoltre sempre la famiglia chiedeva di acquisire anche le cartelle cliniche dell’ospedale di Durazzo e dell’ospedale universitario di Tirana, in Albania, dove era stato ricoverato Matteo prima del trasferimento in Italia a bordo di un aereo atterrato a Brescia. Da qui il trasporto a Padova all’ospedale Sant’Antonio e quindi in Azienda ospedaliera. Tuttavia l’Albania non fa parte dell’Unione Europea e la richiesta di documenti da parte della magistratura è spesso senza risposta. Infine nell’esposto si sollecitava a verificare se l’area dell’incidente fosse conforme ai criteri di sicurezza e se, a bordo della nave, gli interventi medici fossero stati adeguati. Al momento della tragedia la nave era al largo della costa albanese. Matteo si era trasferito nel Veneziano, a Fossò, insieme alla fidanzata Sonia Marcato, assessore alla Cultura a Correzzola. Quella sera a cena era seduto accanto a lei. Mangiando un crostaceo si era ferito al dito e aveva preferito rientrare in cabina: soffriva di emofobia, una forma di paura alla vista del sangue che può provocare vari sintomi fino allo svenimento. —
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