Morì un frate cappuccino Chiesto il processo per Artibani

PRIMARIO. Walter Artibani
Chiusa l'indagine per la morte di fra' Giuseppe Menini, il cappuccino sessantanovenne morto il 3 novembre 2009 al termine di un'agonia di oltre tre mesi in seguito a un intervento per una neoplasia vescicale eseguita nella Clinica urologica di Padova. Il pm Renza Cescon ha chiesto al gip il rinvio a giudizio a carico dei due indagati per concorso in omicidio colposo: il professor Walter Artibani, 61 anni oggi trasferito a Verona, e il professor Vincenzo Ficarra e il medico specializzando Mattia Calandriello. Veronese di nascita, frà Giuseppe Menini, ex direttore del pensionato Laurentianum a Padova, ha concluso la sua missione pastorale nel convento dei frati cappuccini di Conegliano. Colpito da un cancro alla vescica nell'estate 2009, si ricovera nella Clinica urologica dell'Azienda ospedaliera di Padova e il 29 luglio di quell'anno è operato da Artibani, Ficarra e un collega. Passano pochi giorni e ci sono complicanze. Il frate torna di nuovo sotto i ferri. A novembre la morte in terapia intensiva. E l'Azienda ospedaliera che invia una segnalazione alla procura padovana. E scatta l'inchiesta. Il pm Cescon ordina una consulenza al professor Raffaele Giorgetti. L'accertamento rileva che il decesso sarebbe stato provocato da un errore: una lacerazione realizzata nel corso dell'intervento di cistectomia.
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