Morso dal cane, deve risarcire la padrona

Azzannato a una gamba, chiede i danni: condannato a rimborsare tutte le spese legali
CAMPODARSEGO. Viene morso da un rottweiler e chiede i danni. Ma è condannato a rimborsare tutte le spese processuali sostenute dalla padrone del cane che l'ha aggredito, quasi 7 mila euro. Paolomberto Zoccarato, 24 anni, non avrebbe «mai creduto di passare dalla parte del torto». Il giovane si sente «deluso e arrabbiato. Ricorrerei in appello - ammette - ma questa storia mi è già costata 5 anni di amarezze e 11 mila euro, se si considerano anche le mie spese legali. Come possiamo noi giovani avere fiducia nella giustizia?».


D'altra parte la sentenza non lascia dubbi: per il giudice, il responsabile dell'aggressione del cane è l'aggredito. E nessuna colpa può essere imputata a Marilisa Zuin, la proprietaria del rottweiler. L'episodio risale al luglio 2006. A Zoccarato, all'epoca ventenne, era stato regalato un labrador e voleva addestrarlo. Andò al campo di addestramento dell'unità cinofila della Protezione civile di Curtarolo, di proprietà comunale. «Volevo informarmi se potevo addestrarlo al salvataggio - ricorda - All'interno della recinzione c'erano 3 cani in addestramento da parte di 3 volontari della Protezione Civile: 2 rottweiler e un labrador. Sono stato invitato a entrare, ho rifiutato perché ho paura dei mastini. Hanno insistito, mi sono fidato». E l'aver ceduto si è rivelato un errore.


«Quando sono entrato nel recinto la Zuin ha impartito al rottweiler un "terra", il cane si è disteso - racconta Zoccarato - ma appena gli sono stati tolti museruola e guinzaglio è scattato e mi ha morsicato una coscia. Sono scappato, ma il rottweiler mi ha rincorso e mi ha azzannato la caviglia facendomi cadere a terra. Mi hanno dato 5 punti alla caviglia, per la coscia lacerata i medici mi hanno detto che doveva rigenerarsi da sola. Sono stato una settimana con la gamba sollevata, ho fatto un mese di letto e ho avuto tanti problemi. Quando mi sono ripreso, sostenuto dai miei genitori, ho citato la proprietaria del rottweiler per danni, poche migliaia di euro».


Tra una visita legale e il tribunale, Zoccarato si è ben presto reso conto della complessità della questione. Dopo più di 4 anni e l'avvicendamento di 3 giudici, la sentenza. Per lui choccante. «Sulla ricostruzione della dinamica - si legge negli atti processuali - non sussistono margini di dubbio: Zoccarato si trovava all'interno del recinto perché autorizzato da un responsabile del centro ed è stato il cane a morderlo, ma la Zuin stava eseguendo una direttiva. Il giudice non l'ignora, ma la giurisprudenza dell'ultimo decennio è concorde nel ritenere che la responsabilità delineata non è fondata sulla colpa ma sul rapporto di fatto con l'animale, con la conseguenza che la prova liberatoria consiste nella dimostrazione dell'intervento di un fattore esterno idoneo a interrompere il nesso di causalità tra il comportamento dell'animale e l'evento lesivo». In pratica, «l'essersi introdotto volontariamente all'interno del campo di addestramento senza protezione nonostante l'autorizzazione dell'operatore» configura «un fatto colposo del danneggiato». Che per il giudice avrebbe dovuto declinare l'invito a entrare nel recinto.

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